Un cucciolo in famiglia. I consigli del veterinario.Cari lettori vi presentiamo questo nuovo libro dedicato a chi vuole intraprendere la fantastica esperienza della convivenza con un cucciolo ed intende conoscere ed approfondire tutti gli aspetti legati sia alla scelta del cucciolo che all'alimentazione, educazione e prevenzione delle malattie.Riassume tutti i consigli e le raccomandazioni che i veterinari normalmente danno a chi porta un cucciolo alla prima visita ed anche i consigli che il veterinario darebbe se fosse consultato prima ancora di aver adottato o scelto un cucciolo.Con l'aiuto di "consigli", "tabelle" e "immagini" vengono riassunti in modo semplice alcuni argomenti di carattere scientifico.Acquista su Amazon12 Capitoli scritti da 7 Autori Tutti gli Autori sono Medici Veteterinari esperti MYLAV. Acquista su AmazonGli Autori Med. Vet., PhD, Esperto in comportamento animale riconosciuto FNOVI - Esperto in IAA: Interventi Assistiti con gli Animali - (Medicina comportamentale)Dr.ssa Maria Chiara CatalaniAutoreMed. Vet., PhD, Diploma Master Universitario II livello in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, consulente nutrizionale (Clinical Nutrition)Dr. Giuseppe FebbraioAutoreMed. Vet., PhD, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”Dr. Luigi VencoAutoreMed. Vet, PhD, Diplomato ECVM, EBVS® - European Specialist in Veterinary Microbiology, Professore Ordinario di Malattie Infettive degli Animali Domestici.Prof. Nicola DecaroAutoreMed. Vet., Diplomata ECAR, EBVS ® - European Veterinary Specialist in Animal Reproduction (Fisiologia e patologia della Riproduzione, Ginecologia e Andrologia del cane, del gatto e dei mammiferi non convenzionali, Neonatologia)Dr.ssa Maria Carmela PisuAutoreMed. Vet, Esperto MYLAV in GeneticaDr. Michele MarinoAutoreMed. Vet., PHD, Direttore de "Il Fatto Veterinario"Dr. Isidoro GrilloAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
La patologia da reflusso gastroesofageo definita dall’acronimo (GERD) (Gastro Esophageal Reflux Disease), è una delle patologie gastrointestinali più comuni nell’uomo, mentre nel cane e nel gatto è stata a lungo considerata rara. È solo negli ultimi anni che il reflusso gastroesofageo (GERD) viene diagnosticato con più frequenza anche nel cane e nel gatto. Il reflusso gastroesofageo consiste nel passaggio del contenuto liquido o solido presente nello stomaco attraverso l’esofago (struttura tubulare che trasporta il cibo dalla bocca allo stomaco) ed è un fenomeno normale che può verificarsi anche più volte al giorno. La mucosa dell’esofago ha infatti dei meccanismi di protezione per evitare che venga danneggiata dal contatto con il contenuto gastrico. Quando però la frequenza del reflusso aumenta l’acido gastrico e gli enzimi digestivi presenti nello stomaco danneggiano e infiammano la mucosa esofagea causando esofagite nei casi lievi e nei casi più gravi danni agli strati più profondi dell’esofago e quindi erosioni e/o ulcere o restringimenti del lume dell’esofago (stenosi). E’ in questi casi che si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). La malattia da reflusso esofageo (GERD) è causata da un’alterazione a carico dello sfintere esofageo inferiore, una zona della muscolatura esofagea che in condizioni di normalità si contrae impedendo la risalita dei fluidi e del cibo lungo l’esofago. Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo nel cane ? Le cause della malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) nei cani possono essere molteplici e spesso causate dalla combinazione di più fattori. Uno sfintere esofageo inferiore debole oppure la presenza di ernia iatale (condizione patologica caratterizzata dal passaggio di una porzione dello stomaco dall'addome al torace, attraverso un foro del diaframma normalmente presente) possono determinare reflusso poiché entrambe le condizioni consentono al contenuto gastrico di refluire nell’esofago. Altre condizioni che possono causare reflusso gastroesofageo sono: vomito cronico corpi estranei esofagei condizioni anatomiche o funzionali che rallentano lo svuotamento del contenuto dello stomaco nell’intestino patologie delle vie respiratorie superiori la sindrome brachicefalica alcune procedure chirurgiche come la sterilizzazione nella cagna femmina alcuni farmaci come gli anestetici che riducono il tono dello sfintere esofageo inferiore. Quali sono i principali sintomi clinici del reflusso gastroesofageo ? I sintomi clinici dipendono dalla causa che determina il reflusso e soprattutto dalla sua gravità. Il sintomo più frequente è il rigurgito che consiste nell’eliminazione di materiale alimentare proveniente dall’esofago, che non ha raggiunto lo stomaco. Per tale motivo spesso l’animale tende a rimangiarlo, caratteristica tipica del rigurgito. Inoltre al contrario del vomito nel rigurgito l’espulsione del materiale contenuto nell’esofago è passiva, per cui non richiede sforzo o conati. Altri segni clinici che si riscontrano in corso di reflusso gastroesofageo (GERD) sono: eccessiva salivazione (ptialismo) difficoltà nel deglutire (disfagia) disagio e/o dolore durante la deglutizione irrequietezza durante il riposo soprattutto notturno masticazioni a vuoto e leccamento delle labbra. Nei casi più gravi, i cani possono iniziare a perdere peso perché non assumono più un’alimentazione adeguata o perché manifestano diminuzione dell’appetito. Possono inoltre comparire segni clinici che non riguardano l’apparato digerente, come tosse e febbre come conseguenza dell’inalazione di materiale liquido o solido (polmonite ab ingestis). Come si diagnostica il reflusso gastroesofageo ? Per la diagnosi del reflusso gastroesofageo (GERD) è importante descrivere bene al Medico Veterinario la storia clinica ed i sintomi. Per un proprietario non molto esperto può essere difficile differenziare il vomito dal rigurgito per cui può essere di grande aiuto, per il Veterinario, la visione di un video che consenta una chiara caratterizzazione del sintomo. Poiché esistono diverse patologie che causano segni simili al reflusso gastroesofageo, il Veterinario potrà richiedere esami di laboratorio e strumentali, come per esempio radiografie del torace ed ecografia addominale, utili per escludere altre cause potenzialmente responsabili dei sintomi descritti. Nella maggior parte dei cani affetti da reflusso gastroesofageo (GERD), gli esami sopra indicati risulteranno nella norma. A questo punto il veterinario potrebbe procedere con un esame endoscopico del tratto digerente che si esegue con il paziente in anestesia generale. Questo esame viene eseguito con una sonda munita di telecamera all’estremità della punta, con la quale è possibile visionare direttamente gli organi interessati, nel caso specifico cavità orale, orofaringe, esofago, stomaco al fine di valutarne le caratteristiche anatomiche ed eventuali alterazioni. Le alterazioni riscontrabili all’esame endoscopico, in corso di reflusso gastroesofageo (GERD), possono essere diverse e di grado variabile come ad esempio variazioni di colore della mucosa (aumento del rossore della mucosa tipicamente in corrispondenza del cardias che è la porzione che mette in comunicazione esofago e stomaco), presenza di materiale estraneo liquido o solido che ristagna all’interno dell’esofago, corpi estranei (quando presenti), evidenza di strie di eritema soprattutto in corrispondenza del cardias o erosioni e/o ulcere della mucosa o stenosi (restringimenti del lume).In alcuni casi, pur in presenza di esofagite e reflusso gastroesofageo (GERD) è possibile non riscontrare lesioni visibili. Quale terapia potrà prescrivere il Medico Veterinario? Generalmente il trattamento che il Medico Veterinario potrà prescrivere, sarà costituito da una combinazione tra terapia farmacologica e modulazione della dieta, terapia che può variare da paziente a paziente in base alla gravità del problema ed alla causa sottostante. In primis un consiglio è quello di ridurre la quantità del pasto serale anticipandolo quando possibile nel tardo pomeriggio; questo perché durante il riposo si ha una riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore fattore predisponente il reflusso e la peristalsi (contrazione muscolare che consente il movimento del contenuto presente in questo organo) normalmente rallenta. Entrambe queste condizioni favoriscono il ritorno del cibo dallo stomaco all’esofago. In alcuni pazienti può essere consigliata una dieta con un minore tenore di grassi e di fibra, che possono ritardare lo svuotamento del contenuto dello stomaco nell’intestino, ottenendo in questo modo la riduzione della pressione sullo sfintere esofageo inferiore. In presenza di lesioni erosive/ulcerative potranno essere consigliati farmaci che agiscono come barriera protettiva sulla mucosa esofagea o che riducono o inibiscono la produzione acida gastrica (H2 antagonisti o inibitori di pompa protonica). Nel caso siano presenti sintomi respiratori compatibili con polmonite ab ingestis potrà essere associata anche una terapia antibiotica. “DVM, Master di 2° livello in Gastroenterologia ed Endoscopia degli animali d’affezione (gastroenterologia, pneumologia).”Dr. Pietro RuggieroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Le tartarughe acquatiche sono molto diffuse, le specie più comuni sono la Chrysemys picta e la Trachemys scripta scripta che, se gestite in modo corretto, possono superare i 30 anni d’età. Sono animali molto robusti e resistenti tanto da poter essere allevati da adulti in laghetti e stagni anche d’inverno. Il loro habitat in cattività non corrisponde alla classica “vaschetta di plastica”, bensì ad un acquaterrario munito di un filtro per depurare l’acqua, un ossigenatore e un sistema di termostati sia in acqua che nella porzione emersa. La parte di acqua deve essere alta più del doppio della lunghezza della tartaruga e deve occupare circa 2/3 dell’acquario perché questi animali devono avere la possibilità di nuotare. La parte emersa serve per fare “basking”, con questo termine si indica il comportamento tipico delle tartarughe quando si espongono alla luce solare. Le tartarughe acquatiche sono degli animali a sangue freddo non in grado di regolare la loro temperatura corporea; è importante, quindi, che la temperatura all’interno della vasca sia mantenuta costante tra i 22°C e i 28°C durante il giorno, mentre durante la notte può essere anche di 5°C più bassa. È necessario riscaldare sia l’acqua che la parte emersa. In acqua si deve inserire un termostato per acquari che può essere in plastica oppure in vetro. In quest’ultimo caso, deve essere protetto da una rete perché gli animali potrebbero procurarsi delle ustioni e le tartarughe di grandi dimensioni potrebbero romperlo con il movimento. Nella parte emersa deve essere inserita sia una lampada in ceramica collegata ad un termostato per terrari che una lampada UV. La lampada in ceramica serve per riscaldare l’ambiente non acquatico, in questo modo gli animali non subiranno sbalzi di temperatura una volta usciti dall’acqua. La lampada UV deve sviluppare UVA e UVB e deve restare accesa per dieci ore al giorno, si consiglia di sostituire la lampada una volta all’anno. La carenza di esposizione ai raggi UVA/B, che simulano l’esposizione alla luce naturale del sole, può causare l’insorgenza di malattie metaboliche. La malattia ossea metabolica (MOM, MBD o Metabolic Bone Disease), ad esempio, è una patologia che causa demineralizzazione e ridotta calcificazione del tessuto osseo. È una patologia tipica delle tartarughe di acqua non gestite in modo corretto e si può prevenire fornendo un ambiente e un’alimentazione idonea alle necessità della specie. Per quanto riguarda l’alimentazione delle tartarughe di acqua, le tartarughe adulte sono principalmente onnivore ma da piccole preferiscono alimentarsi con una dieta carnivora. Nei primi anni di vita il cibo deve essere somministrato tutti i giorni, successivamente è possibile alimentarle tre volte a settimana. La dieta delle tartarughine di acqua deve essere varia e possiamo scegliere diversi alimenti quali: latterini, novellame di sardine e acciughe, ritagli di salmone, sgombro, trota, gamberi decongelati, mazzancolle, scampi, vongole, cozze, pezzetti di pollo e tacchino, mela, cocomero, melone, fagiolini, cicoria, radicchio, carota, lattuga e pellet per tartarughe acquatiche. Il cibo essiccato deve essere evitato perché è spesso contaminato e povero di sostanze nutritive. È possibile alimentare le tartarughe di acqua in una vasca a parte per mantenere l’acqua pulita più a lungo.In questo caso è necessario controllare anche la temperatura dell’acqua della vasca per l’alimentazione al fine di evitare sbalzi termici che potrebbero farle ammalare. “DVM, GPCert medicina e chirurgia degli animali esotici, Responsabile settore Animali non Convenzionali Mylav La Vallonea”Dr. Gustavo PicciAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
La laringe è un organo composto da diverse cartilagini, avente funzione principale di garantire il passaggio d’aria e impedire l’aspirazione di cibo e liquidi. Normalmente in fase inspiratoria la laringe aumenta il diametro glottideo tramite la contrazione dei muscoli cricoaritenoidei dorsali che abducono le cartilagini aritenoidi.Questo in termini più semplici significa che durante l'inspirazione la laringe si apre per permettere il passaggio dell'aria. I muscoli cricoaritenoidei dorsali sono innervati dal nervo laringeo caudale che rappresenta la parte terminale del nervo laringeo ricorrente, a sua volta derivante dal nervo vago. La denervazione dei muscoli cricoaritenoidei ha come principale conseguenza l’immobilità delle cartilagini aritenoidi che tendono a posizionarsi stabilmente su un piano paramediano durante tutte le fasi respiratorie (ovvero la laringe non si apre più). Nella maggior parte dei casi questo deficit motorio è progressivo e possono passare anche mesi prima che il paziente mostri segni clinici riferibili ad un diminuito diametro della glottide.Questa situazione crea sintomi ingravescenti in caso di aumentata attività fisica e/o condizioni climatiche caldo-umide innescando una serie di circoli viziosi che portano l’animale verso una crisi dispnoica potenzialmente mortale. Che cosa succede? Per vincere l’ostruzione glottidea il cane deve aumentare la profondità degli atti inspiratori creando un flusso d’aria più veloce e vorticoso in grado di causare, come prima conseguenza, iperemia ed edema della mucosa laringea con ulteriore progressiva diminuzione del diametro glottideo. L’incremento dell’attività dei muscoli intercostali e del diaframma, necessario a vincere l’ostruzione, causa un ulteriore aumento della velocità di flusso ed un collasso dinamico delle cartilagini aritenoidi sulla base dell’effetto Bernoulli. Il maggiore lavoro muscolare determina un incremento nel fabbisogno di ossigeno e un aumento della temperatura corporea, entrambe evenienze che innescano un ulteriore incremento dello sforzo inspiratorio. Questo concatenarsi di eventi ha come possibile effetto finale la formazione di un edema polmonare non cardiogeno, verosimilmente secondario alle elevate pressioni negative intratoraciche in grado di favorire la fuoriuscita di fluido dai capillari polmonari verso gli alveoli e l’interstizio. Quando posso sospettare una paralisi laringea nel cane? Sono particolarmente colpiti gli animali adulti-anziani di razze grandi-giganti; tuttavia, la paralisi laringea può essere diagnosticata a cani di qualunque taglia o età. I sintomi più frequentemente riscontrati in corso di paralisi laringea si verificano durante l’attività fisica o condizioni di caldo intenso e comprendono: Respiro rumoroso con stridore, con aumento dello sforzo inspiratorio Intolleranza all’esercizio fisico Intolleranza al caldo Modifiche nella sonorità dell’abbaio Nei casi più gravi la dispnea si manifesta anche a riposo, con stridore udibile anche se di minore intensità, atteggiamento ortopnoico (collo esteso, bocca aperta, commessura labiale retratta); se il cane viene portato a compiere attività fisica anche modesta può manifestare perdita di saliva, cianosi, ipertermia, fino al collasso cardiocircolatorio. Come si diagnostica? In caso di presenza dei sintomi su menzionati il consiglio è di portare il cane con urgenza dal Medico Veterinario per una visita ed eventuali indagini successive: L’auscultazione permette infatti di identificare la zona laringea come area di insorgenza del rumore respiratorio. La valutazione radiografica rappresenta un passaggio fondamentale per il corretto inquadramento della malattia. Lo studio radiografico può individuare o far escludere masse o deformazioni a livello del tratto laringeo o tracheale cervicale o toraciche che possono essere la causa della paralisi. Inoltre il rilievo di complicazioni come polmonite o megaesofago rappresentano senza dubbio un elementi negativi che devono essere valutati attentamente prima di eseguire eventuali procedure chirurgiche. La laringoscopia è la tecnica diagnostica di elezione per emettere una diagnosi di paralisi laringea. Consiste nell’ispezione della laringe eseguita con un piano anestesiologico superficiale: con questa procedura è possibile non solo valutare l’ipomobilità o l’immobilità delle cartilagini aritenoidi ma anche evidenziare i segni secondari che si associano a paralisi, quali edema ed eritema mucosali, iperplasia da contatto, presenza di saliva o materiale alimentare a contatto delle aritenoidi o nello spazio subglottideo. Con la laringoscopia è possibile evidenziare i movimenti paradossi delle cartilagini aritenoidi derivanti dal movimento passivo che il flusso d’aria fa compiere alle cartilagini aritenoidi e alle corde vocali con l’avvicinamento delle cartilagini in fase inspiratoria e il loro allontanamento in fase espiratoria. Il quadro endoscopico mostra caratteristiche peculiari in presenza di una concomitante paralisi del nervo laringeo craniale che porta a paralisi sensoriale della mucosa laringea: in questo caso la laringe e il primo tratto tracheale sono spesso quasi completamente coperti da saliva e detriti alimentari poiché l’animale non percepisce il contatto con questi elementi che causano, nell’individuo sano, la chiusura immediata della glottide e l’innescarsi del riflesso difensivo della tosse. In presenza di paralisi laringea di tipo sensoriale la prognosi è generalmente infausta per l’elevata probabilità di aspirazione, che aumenta considerevolmente dopo l’intervento di lateralizzazione aritenoidea. Qual è la terapia se il paziente non è stabile? I pazienti in grave distress respiratorio devono essere considerati come una vera emergenza ed il Medico Veterinario provvederà ad instaurare una rapida terapia di emergenza in base alla gravità della situazione con il fine di stabilizzare il paziente. Qual è la terapia se il paziente è stabile? Nei casi in cui l’animale viene portato a visita non in situazione di emergenza, la terapia per la paralisi laringea è chirurgica e consiste nella lateralizzazione unilaterale della cartilagine aritenoidea, ovvero l’abduzione permanente (allargamento verso l’esterno) di una delle due cartilagini al fine di ottenere un diametro glottideo adeguato a permettere il normale passaggio dell’aria. Tale abduzione ha come effetto secondario la diminuzione, talvolta fino alla perdita, dell’attività fonatoria. Le complicanze più gravi della lateralizzazione aritenoidea possono essere: Aspirazione di cibo: il lume glottideo viene reso stabilmente più ampio del normale per cui il rischio di aspirazione di cibo e fluidi è potenzialmente aumentato. È da tenere presente che le vie respiratorie inferiori sono protette da altri due sistemi difensivi: l’epiglottide e il riflesso della tosse. La cartilagine epiglottide ruota durante la deglutizione agendo come una sorta di ponte levatoio che si chiude proteggendo la glottide, mentre la tosse allontana piccole particelle comunque venute a contatto con la mucosa laringea. Frattura della cartilagine aritenoide per trazioni da collare o da attività fisica troppo intensa nell’immediato periodo post-operatorio. In questo caso il cane manifesterà un riacutizzarsi improvviso della sintomatologia dispnoica: per questo motivo gli animali operati non devono essere portati a passeggio con il guinzaglio ma solo con la pettorina e l’attività fisica deve essere fortemente limitata durante le prime due settimane dopo la chirurgia. Med. Vet., Dottore di Ricerca in Fisiopatologia e Clinica degli Animali da Compagnia. Specialista in Clinica e Patologia degli Animali da Compagnia - (Malattie dell’apparato respiratorio e otorinolaringoiatriche - Citopatologia generale)Dr. Davide De LorenziAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
L'iperadrenocorticismo, noto comunemente come “sindrome di Cushing”, è una patologia endocrina che colpisce frequentemente il cane (più raramente il gatto). In sintesi quello che accade è che l’organismo inizia a produrre delle quantità eccessive di cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. Le due principali forme sono quella ipofisaria (80-85% dei casi) e quella surrenalica 15-20% dei casi). Questa condizione causa solitamente a una serie di sintomi sgradevoli e mettere a dura prova la salute del cane o gatto colpito da tale condizione. Una una diagnosi tempestiva, un trattamento adeguato e uno scrupoloso monitoraggio terapeutico permettono solitamente di controllare il quadro sintomatologico in modo efficace. Le domande che frequentemente il proprietario di un animale con Sindrome di Cushing si pone sono: cosa succede dopo la diagnosi iniziale? In che modo io proprietario posso contribuire al monitoraggio della terapia? È importante comprendere che la sindrome di Cushing prevede come unica terapia definitiva l’intervento di ipofisectomia (forma ipofisaria) o di surrenalecromia (forma surrenalica); tuttavia, la sintomatologia può quasi sempre essere controllata con successo anche attraverso una combinazione di terapie farmacologiche, monitoraggi da parte del veterinario e particolari attenzioni da parte del proprietario. Di seguito esploriamo il processo di monitoraggio della terapia della Sindrome di Cushing dal punto di vista del proprietario del cane. Comunicazione aperta con il veterinario La prima e più importante tappa nel monitoraggio della terapia è mantenere una comunicazione aperta con il veterinario curante. Questo è essenziale per garantire che il trattamento sia adattato alle esigenze specifiche dell’animale.Il veterinario definirà le dosi più appropriate dei farmaci e valuterà eventuali cambiamenti necessari in base alla risposta clinica ed alle analisi del sangue. Monitoraggio dei Sintomi Il proprietario deve essere attento nel rilevare potenziali sintomi ascrivibili ad un controllo non ottimale della sindrome di Cushing. Questi possono includere: eccessiva sete, eccessiva produzione di urine, aumento dell'appetito, alterazioni del pelo e/o della cute, letargia e debolezza. Prendere nota dei cambiamenti di comportamento e dei sintomi è utile per capire se la terapia sia efficace o meno e se siano necessari eventuali cambiamenti di dosaggio. Esami di Follow-up Il veterinario programmerà regolari esami di follow-up per monitorare l'efficacia della terapia. Questi includono test ormonali, esami ematochimici ed esame delle urine.A questi, in base alle esigenze del singolo caso, possono sommarsi indagini di diagnostica per immagini quali ecografie o tomografia computerizzata (TC). I test ormonali di monitoraggio utilizzati sono: Test di stimolazione con ACTH: da eseguire a digiuno e a distanza di 2-3 ore dall’assunzione del farmacooppure Cortisolo basale pre-pill: da eseguire prima della somministrazione mattutina del farmaco È essenziale rispettare scrupolosamente le scadenze delle visite di controllo per valutare il progresso e apportare eventuali modifiche alla terapia. Dopo l’inizio della terapia e dopo ogni cambio di dosaggio del farmaco risulta opportuno eseguire un controllo dopo circa 4 settimane, mentre in animali ben controllati si consiglia un monitoraggio cadenzato ogni 3-4 mesi a seconda del singolo paziente. Riscontro di eventuali effetti avversi Possibili effetti collaterali in corso di terapia possono essere determinati dall’insorgenza di: inappetenza vomito diarrea eccessivo abbattimento del sensorio Tali sintomi potrebbero essere legati a una eccessiva azione del farmaco che comporta un calo eccessivo delle concentrazioni di cortisolo. Qualora dovesse manifestarsi uno o più di questi sintomi è opportuno sospendere la terapia e contattare il veterinario per ulteriori indicazioni. Queste problematiche potrebbero essere causate da fattori non inerenti alla sindrome di Cushing (in questo caso è comunque indicata la sospensione del farmaco) o da un’eccessiva soppressione dei livelli di cortisolo in circolo. Per questo motivo è sempre necessario consultare il veterinario per valutare se e in quale modo procedere con la terapia. Se il cane dovesse manifestare dei segni clinici neurologici: vagare senza meta per casa, fissare il vuoto, incunearsi negli angoli, è importante contattare il veterinario. In alcuni casi, il tumore ipofisario può crescere e creare dei deficit neurologici. In tali casi è molto importante approfondire il quadro attraverso una tomografia computerizzata (TC) o una risonanza magnetica (RMN) dell’encefalo. In conclusione, il monitoraggio terapeutico della sindrome di Cushing richiede un impegno costante da parte dei proprietari. La malattia può essere gestita efficacemente, ma richiede attenzione, collaborazione con il veterinario e un occhio vigile sui sintomi. Articolo redatto con la collaborazione del Dr.ssa Mariachiara Re “DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”Prof. Federico FracassiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Il gatto può essere colpito, con una frequenza maggiore di quanto si pensi, da parassiti che allo stadio adulto, vivono nelle vie respiratorie (trachea, bronchi). Le modalità con cui il gatto si infesta e la gravità delle manifestazioni cliniche variano in base alla specie e all’età dei gatti infestati ma i segni clinici sono sempre rappresentati da tosse e difficoltà respiratorie. Le 3 specie più frequentemente riscontrabili sono Capillaria aerophila, Aelurostrongylus abstrusus e Troglostrongylus braevior. Capillaria aerophila sottile e di colore biancastro, lunga circa 2 cm vive nello spessore della mucosa della trachea e dei bronchi degli animali infestati (Fig. 1). Il ciclo è diretto. Le femmine dopo l’accoppiamento emettono uova, dalla caratteristica forma a limone, che deglutite vengono espulse con le feci e diventano infestanti dopo alcune settimane, in grado cioè di infettare altri e gatti direttamente se ingerite. Questo ciclo può essere più complesso se le uova vengono ingerite da lombrichi che a loro volta siano preda di animali selvatici o domestici (uccelli, polli) e che fungono da cosiddetti ospiti paratenici (trasportatori passivi delle uova infestanti). Il segno clinico più frequente nei gatti colpiti è la tosse cronica con tentativo di espettorazione anche se difficilmente la gravità è tale da porre a rischio vita i gatti colpiti. Fig. 1 - Adulto di Capillaria aerophila (freccia) nella sottomucosa della trachea.Decisamente più gravi sono le infestazioni da Aelurostrongylus abstrusus e Troglostrongylus braevior che vivono nel lume di bronchi e bronchioli causando oltre che tosse gravi problemi respiratori, spesso letali specie nei gatti giovani. In questo caso il ciclo è indiretto e prevede necessariamente la presenza di un ospite intermedio (lumaca o chiocciola) all’interno della quale e larve emesse con le feci continuano il loro sviluppo per divenire infestanti. È raro che il gatto ingerisca direttamente la lumaca o la chiocciola ma più frequentemente sono gli ospiti paratenici (anfibi, uccelli, piccoli mammiferi) che dopo avere predato l’ospite intermedio (lumaco o chiocciola) diventino a loto volta preda del gatto. Per Troglostrongylus braevior è frequente la trasmissione verticale (da madre a neonati durante allattamento). In questi casi le manifestazioni cliniche possono colpire tutti o più soggetti nati dalla stessa madre, se pur con diversa gravità e il quadro clinico manifestarsi chiaramente anche in gattini molto giovani con età inferiore ai 2-3 mesi. La diagnosi viene effettuata da parte del medico veterinario con esame delle feci con tecniche diverse (flottazione per Capillaria aerophila, apparato di Baermann per Aelurostrongylus abstrusus e Troglostrongylus braevior) ed è fondamentale per una terapia mirata (Fig. 2, 3, 4).Fig. 2 - Uova di Capillaria aerophila dalla caratteristica forma a limone, esame delle feci eseguito con tecnica di flottazione. Fig. 3 - Larva di Aelurostrongylus abstrusus evidenziata ad esame delle feci con apparato di Baermann.Fig. 4 - Larva di Troglostrongylus braevior evidenziata ad esame delle feci con apparato di Baermann.Per quanto riguarda Aelurostrongylus abstrusus l’esame delle feci deve essere effettuato anche prima di programmare un intervento di sterilizzazione.I gatti giovani possono essere infestati in forma clinica non apparente ed hanno una percentuale di mortalità intra-operatoria molto elevata. Come prevenzione (oltre a quella farmacologica suggerita dal medico veterinario) viste le modalità di trasmissione di questi parassiti è importante cercare di limitare l’attività di predazione dei nostri gatti (anche nel rispetto della biodiversità in ambito urbano o peri-urbano) e nutrirli con carne che non sia ben cotta (in particolare per quelle di pollo e volatili). Le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore. “DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Cos’è la rogna notoedrica del gatto ? La rogna notoedrica, conosciuta anche come scabbia felina, è una malattia parassitaria pruriginosa del gatto causata dall’acaro Notoedres cati.L’acaro può infestare altri mammiferi, uomo compreso, ed eccezionalmente anche il cane. La rogna notoedrica del gatto è una malattia contagiosa? La rogna notoedrica del gatto è una malattia estremamente contagiosa e, dal momento che la trasmissione avviene soprattutto per contatto diretto, la vita in collettività (colonie, allevamenti, gattili) aumenta notevolmente il rischio di trasmissione.Sicuramente nelle zone in cui sono mantenute e registrate le colonie feline, la malattia può persistere e rendersi stanziale in particolar modo in quelle aree urbane o extra urbane come cimiteri, ruderi, aree limitrofe ad ospedali o scuole. La rogna notoedrica del gatto è una zoonosi e l’uomo può essere infestato transitoriamente manifestando lesioni rappresentate da papule, vescicole e croste pruriginose soprattutto localizzate su arti e tronco.Le lesioni regrediscono spontaneamente in circa tre settimane una volta eliminato il contatto con il gatto infestato. Come si manifesta la rogna notoedrica del gatto? Le lesioni iniziali sono rappresentate da papule, papule-crostose e da scaglie che, con il progredire della malattia, vengono sostituite da croste grigio-giallastre, ispessite e tenacemente adese alla cute, che ricoprono i padiglioni auricolari.La distribuzione delle lesioni è piuttosto caratteristica: nelle fasi iniziali si osservano lesioni sul bordo mediale del padiglione auricolare che rapidamente coinvolgono tutto il padiglione, la faccia e il collo.Con il progredire dell’infestazione le lesioni possono generalizzare interessando la testa, il collo e successivamente tutto il corpo.Il prurito è solitamente intenso per cui sono frequenti lesioni secondarie da auto-traumatismo (alopecia, erosioni ed ulcere) che possono favorire l’insorgenza di infezioni secondarie.Le comuni operazioni di toelettatura svolte dai gatti e la loro abitudine a dormire aggomitolati può favorire la diffusione delle lesioni agli arti e alla regione perineale. Fig. 2 - Alopecia e croste sugli arti di un gattino con rogna notoedrica.Fig 3 - Lesioni crostose in un gatto affetto da rogna notoedrica generalizzata. Come si fa la diagnosi di rogna notoedrica? La diagnosi di certezza di rogna notoedrica la ottiene il Medico Veterinario mediante l’osservazione microscopica del parassita e/o delle sue uova e/o delle sue deiezioni (riconoscibili dalla loro forma ovale e il colore marrone scuro) nel materiale raccolto mediante raschiato cutaneo superficiale.I parassiti sono in genere numerosi per cui la diagnosi non presenta particolari difficoltà. Recentemente è stato descritto l’utilizzo dell’esame microscopico del materiale raccolto tramite nastro adesivo trasparente per la diagnosi di rogna notoedrica con una sensibilità sovrapponibile a quella del raschiato cutaneo superficiale.La tecnica appare meno traumatica e indicata per aree corporee non agevoli alla manualità con lama, come le labbra e la regione perioculare. Occasionalmente possono essere osservati adulti o uova in corso di esame coprologico per flottazione. L’esame istologico non è generalmente utilizzato per la diagnosi vista l’estrema facilità con cui si evidenziano i parassiti mediante raschiato cutaneo superficiale. Fig. 4 - Raschiato cutaneo superficiale: adulti uova e deiezioni di Notoedres cati. Come si tratta la rogna notoedrica del gatto ? Il trattamento della rogna notoedrica si basa sull’utilizzo di molecole ad attività acaricida. Attualmente in Italia sono diverse le molecole registrate per il trattamento della rogna sarcoptica in formulazione spot-on. Essendo la rogna notoedrica una malattia estremamente contagiosa è fondamentale il trattamento di tutti gli animali conviventi per evitare ricontaminazioni. In copertina: Lesioni crostose sui margini del padiglione auricolare in un gatto con rogna notoedrica.Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore. “Medico Veterinario - (Dermatologia, Allergologia, Otologia veterinaria e Parassitologia cutanea).”Dr. Federico LeoneAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Il mio cane anziano, soprattutto di notte, è irrequieto, cammina avanti e indietro, sembra spaventato e piange, devo preoccuparmi? (un cane di taglia gigante/grande è anziano a 6-8 anni, se di taglia medio/piccola è anziano a 7-10 anni) Il vagare senza meta, dimenticare i comportamenti appresi, non rispondere perfettamente agli stimoli, incunearsi negli angoli, andare in circolo, sono alterazioni del comportamento che spesso il proprietario riconosce nel proprio animale anziano. Con l’avanzare dell’età anche il cervello del cane invecchia, si chiama demenza o disfunzione cognitiva senile. Come per l’uomo anche per gli animali da compagnia l’invecchiamento non è una malattia ma è parte dell’evoluzione fisiologica della vita.In seguito all’allungamento medio della vita dei nostri animali, che si verifica grazie al buono stile di vita ed alle cure ed attenzioni dei proprietari premurosi, non è infrequente notare queste modificazioni del comportamento quotidiano di un cane anziano. Oltre all’invecchiamento cerebrale, esistono però malattie strutturali acquisite del cervello che possono “mimare” la stessa sintomatologia, basti pensare all’ictus, alle infezioni, ai tumori. Per cui se nei nostri animali anziani dovessimo notare anche solo uno dei cambi di comportamento sopra citati, il consiglio è di rivolgersi prontamente al proprio veterinario curante che effettuerà o richiederà una visita neurologica specialistica. I dati che emergeranno dall’esame neurologico potranno rendere necessari alcuni approfondimenti diagnostici come per esempio esami del sangue e risonanza magnetica del cervello. In questo modo il Medico Veterinario potrà distinguere tra il fisiologico invecchiamento cerebrale (demenza senile) e le malattie strutturali del cervello. Se la diagnosi confermerà la disfunzione cognitiva senile il veterinario potrà suggerire di inserire nella vita quotidiana del nostro “vecchietto” piccoli e divertenti giochi di problem solving che serviranno a rallentare il progressivo invecchiamento. Se, invece, la risonanza magnetica sarà suggestiva di malattia strutturale acquisita, il neurologo, analizzando caso per caso, potrà indicare per il nostro Pet l’appropriato iter terapeutico e la prognosi. Med. Vet., PhD, Diplomata ECVN, EBVS® - European Specialist in Veterinary Neurology - (Neurologia)Dr.ssa Floriana GernoneAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Cos’è l’alopecia ciclica del cane? L’alopecia ciclica o ricorrente del cane è una malattia ad eziologia non definita, caratterizzata da episodi di alopecia che interessano principalmente la regione dei fianchi. L’alopecia si evidenzia generalmente in alcuni periodi dell’anno, differenti nei diversi emisferi geografici, e regredisce spontaneamente, con ricrescita del pelo, in alcuni mesi. Nel nostro emisfero l’alopecia ciclica del cane compare nei mesi di novembre/marzo per poi regredire in tarda estate, anche se le variazioni climatiche e la continua esposizione alla luce artificiale dei cani che vivono in appartamento, possono modificare la cronologia del suo sviluppo. La stagionalità con cui si manifestano le lesioni suggerisce la possibile influenza della luce e del fotoperiodo. Si è ipotizzato che la causa possa essere legata a modificazioni dei livelli ematici di melatonina o prolattina che sono ormoni strettamente correlati al numero di ore di luce e di buio durante la diverse stagioni. Fig. 1 - Rarefazione del pelo sul fianco di un cane con alopecia ciclica. Ci sono razze predisposte? Alcune razze canine sono particolarmente predisposte allo sviluppo dell’alopecia ciclica il che fa sospettare che possa esistere una predisposizione genetica. Pur potendosi osservare in diverse razze e incroci l’alopecia ciclica si riscontra frequentemente nel Boxer, nell’Airedale terrier, nel Bulldog inglese, nello Schnauzer, nel Lagotto e nel Bull mastiff. Come si manifesta l’alopecia ciclica del cane ? Le lesioni sono caratterizzate da una distribuzione simmetrica localizzata alla regione dei fianchi; talvolta può essere interessato un solo fianco oppure è possibile che uno dei due fianchi manifesti lesioni più marcate rispetto all’altro. Le aree alopeciche possono essere di forma e dimensioni variabili; nelle fasi iniziali si osserva generalmente una rarefazione dei peli a margini sfumati. Alla perdita del pelo si associa frequentemente iperpigmentazione e, spesso, all’interno dell’area alopecica iperpigmentata, è possibile osservare la presenza di peli integri che fanno assumere all’alopecia forme morfologiche bizzarre, da lineari ad arciformi, definite da alcuni autori “a carta geografica o a bersaglio”. Fig. 2 - Alopecia ciclica in un Bulldog inglese: notare l’area alopecica di aspetto a bersaglio La cute alopecica si presenta non infiammata e non pruriginosa anche se in alcuni soggetti è possibile osservare l’insorgenza di follicoliti secondarie che possono generare prurito. In alcuni soggetti l’alopecia si può estendere alle natiche e al costato o può addirittura interessare tutto il tronco. Alcuni soggetti manifestano alopecia ogni anno, in altri può non presentarsi per uno o due anni, e, in altri ancora, è possibile osservare episodi di alopecia simmetrica una sola volta nel corso della vita. Fig. 3 e in copertina - Alopecia ciclica localizzata tra fianco e groppa in un Airedale terrierFig. 4 - Estesa area di alopecia in un Lagotto con alopecia ciclicaCome si tratta l’alopecia ciclica del cane? L’alopecia ciclica rappresenta un problema esclusivamente estetico e nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente per cui non necessita di terapia. L’utilizzo della melatonina è molto controverso e sembra che i migliori risultati si ottengano con la somministrazione preventiva ovvero qualche mese prima del periodo in cui si attende l’inizio dell’alopecia. Recentemente è stato hanno utilizzato con successo il laser terapeutico da alcuni medici veterinari.Immagini: Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore. “Medico Veterinario - (Dermatologia, Allergologia, Otologia veterinaria e Parassitologia cutanea).”Dr. Federico LeoneAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Si definisce ittero la condizione in cui le mucose o la pelle del cane e del gatto assumono un colore giallastro. Questo colore anomalo si sviluppa a causa dell’accumulo nei tessuti di un particolare pigmento, la bilirubina. Questo pigmento viene normalmente prodotto dall’organismo in seguito alla degradazione dei globuli rossi, in cui è presente l’emoglobina, una proteina che trasporta l’ossigeno dai polmoni verso i vari organi dell’organismo. Quando gli eritrociti invecchiano e vengono degradati, l’emoglobina viene trasformata in bilirubina indiretta. Questa si trova libera nel sangue, finché non viene captata dal fegato e trasformata nella bilirubina diretta, in modo che possa essere espulsa nella bile attraversando la cistifellea. Una volta che la bilirubina si trova nell’intestino viene ulteriormente degradata dai batteri intestinali in stercobilina, il pigmento che dona alle feci il caratteristico colorito marrone. Quando la bilirubina aumenta in eccessive quantità, si può accumulare in diversi organi, quali le mucose (Foto 1), la pelle (Foto 2) e il sangue (Foto 3). Foto 1 - Nella foto si può osservare un cane le cui mucose della bocca risultano intensamente colorate di giallo.In tal caso si parla di ittero mucosale.Foto 2 - Nella foto si può osservare un colore intensamente giallastro nella cute di un cane (ittero cutaneo).Per poter evidenziare correttamente questa alterazione negli animali è spesso necessario rasare il pelo (freccia). In questi casi si parla di ittero, un anomalo colorito intensamente giallo che può essere apprezzato durante la visita clinica o durante le comuni procedure degli esami del sangue. L’elevata colorazione del siero, in questi casi, può causare disturbi nelle metodiche di analisi, dando risultati non attendibili degli altri valori all’esame biochimico. Foto 3 - Per effettuare un’analisi biochimica è necessario centrifugare il sangue, prelevato in provette senza anticoagulante, ottenendone così il siero.La foto mostra due provette di siero: quello di destra si presenta con il caratteristico colorito lievemente giallastro e limpido, quello di sinistra (freccia) è invece intensamente giallo.In tal caso si parla di siero itterico. Le varie cause di ittero possono essere generalmente riassunte in tre categorie 1) ittero pre-epatico, se è presente una eccessiva distruzione degli eritrociti 2) ittero epatico, se è presente una grave disfunzione del fegato 3) ittero post-epatico, se è presente una ostruzione nelle vie biliari. Ognuna di queste tre condizioni può avere diverse cause scatenanti. Una delle cause di ittero pre-epatico più comuni nel cane è l’anemia emolitica immunomediata, una malattia per la quale il sistema immunitario distrugge eccessivamente i propri globuli rossi. In questi casi la loro distruzione causa un aumento dell’emoglobina nel sangue. Una volta trasformata in bilirubina, il fegato non riesce a però captarla a causa dell’eccessiva quantità, finendo così per accumularsi nei tessuti. In alcuni casi, l’anemia emolitica può insorgere in seguito a malattie infettive, assunzione di alcuni farmaci e allo sviluppo di tumori. Altre cause meno comuni di eccessiva distruzione dei globuli rossi possono essere una carenza di fosforo (ipofosfatemia) e difetti genetici congeniti che colpiscono i globuli rossi. Una grave disfunzione del fegato rende invece impossibile processare ed espellere la bilirubina prodotta dall’organismo (ittero epatico). Le cause di ittero epatico più comuni sono la lipidosi epatica (accumulo eccessivo di grasso nel fegato), soprattutto nel gatto, malattie infettive o malattie del sistema immunitario che colpiscono il fegato, assunzione di farmaci e piante epatotossiche, tumori del fegato e lo sviluppo di una insufficienza epatica. Quando la bilirubina prodotta del fegato non riesce ad essere correttamente espulsa attraverso bile a causa di una ostruzione delle vie biliari si parla di ittero post-epatico. Un accumulo di calcoli o di muco (mucocele) nella cistifellea sono alcune delle cause più comuni nel cane. Altre cause possono essere una infiammazione o infezione delle vie biliari (colangite) o del pancreas (pancreatite), tumori delle vie biliari o del fegato, che possono causare un’ostruzione al flusso della bile, oppure ingestione di oggetti o “corpi estranei” che si bloccano nell’intestino, vicino allo sbocco della cistifellea, causando un blocco nel flusso della bile. Nel caso di una completa ostruzione delle vie biliari, la bile non riesce ad essere correttamente espulsa nell’intestino. Ciò determina una carenza di pigmento nelle feci, il cui classico colorito marrone viene a mancare: in questo caso si possono osservare delle caratteristiche feci molto pallide, dette “acoliche”. Poiché le cause di ittero sono diverse e molto differenti tra di loro, il Medico Veterinario potrà richiedere un serie di analisi per evidenziarne le cause: un esame emocromocitometrico e un esame biochimico sono gli esami preliminari essenziali che verranno richiesti. Sulla base dei primi risultati e delle informazioni cliniche, il Medico Veterinario potrà richiedere ulteriori accertamenti diagnostici (esame ecografico dell’addome, esami sierologici o batteriologici, esame citologico del fegato, esame delle urine, etc.). Un’adeguata terapia è sempre necessaria per poter risolvere l’ittero negli animali: il trattamento farmacologico verrà impostato dal Medico Veterinario sulla base della malattia sottostante. Nel caso in cui l’ittero sia dovuto ad un’ostruzione delle vie biliari, potrà essere necessario intervenire con un intervento chirurgico tempestivo. La prognosi dipende strettamente dalla causa scatenante dell’ittero: pertanto è sempre importante indagare attentamente l’ittero nel cane e nel gatto il prima possibile.Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'autore.Articolo redatto con la collaborazione del Dr. Francesco Lunetta “DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”Prof. Federico FracassiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}