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Il cane e l’emergenza COVID-19

Il cane e l’emergenza COVID-19

In questo tempo così particolare, durante il quale saremo chiamati a restare in casa per settimane, a cambiare drasticamente la nostra routine, qualcosa senza dubbio accadrà nella relazione con i nostri animali. Il cane o il gatto che vivono con noi ci vedranno in casa, per giorni e giorni, come se le domeniche si incantassero in un continuo replay. Sarà sicuramente molto bello per loro ritrovarci ed avere del tempo da trascorrere con noi, probabilmente per la prima volta nella loro vita non sentiranno la noia e la monotonia che caratterizza la solitaria attesa che caratterizza normalmente le loro giornate. Cosa accadrà però quando torneremo a correre, alla nostra frenesia, al lavoro, alle giornate di otto, dieci, dodici ore fuori casa? È difficile prevederlo, ma è importante pensarci ora, in particolar modo parlando del cane, che oggi si gode la nostra presenza in casa ma domani potrebbe rimpiangerla tanto da manifestare stati ansiosi molto gravi. Il cane ha una forte propensione per la condivisione e per la ricerca del contatto fisico con i componenti del suo gruppo famigliare. Osservandolo noteremo che il cane agisce sempre nell’ottica del “noi”. Quando ci muoviamo in casa, lui è con noi, con lo sguardo o seguendoci per curiosare. Quando guardiamo la tv o leggiamo un libro, lui vicino è a noi per una coccola o per proporci un gioco. Perché il cane è condivisione, collaborazione, convivenza ed è per questo che questi giorni saranno per lui una boccata di ossigeno e felicità. Attenzione però, questo periodo nasconde delle insidie! Innanzitutto, se ora assecondiamo ogni richiesta di attenzione o contatto fisico da parte dei nostri pet, rischiamo di metterli in difficoltà quando torneremo alla nostra normale vita lavorativa e veder comparire dei problemi di distacco quando la nostra vita tornerà alla solita pressante routine.  Come fare per evitare l’iperattaccamento da quarantena? Provate a scandire le giornate tra condivisione e autonomia, pur dovendo restare sotto lo stesso tetto con il vostro pet. Si potranno fare insieme delle attività in casa o, semplicemente condividere un po’ di dolce far niente nella stessa stanza o, ancora, fare una passeggiata all’aperto, a debita distanza dalle altre persone (non dimenticate il Decreto #iorestoacasa). Allo stesso modo sarà importante chiedere al cane di rilassarsi in una stanza diversa dalla nostra per qualche ora della giornata, oppure di giocare da solo con un nuovo giocattolo sulla sua cuccia o, ancora, prolungare l’assenza da casa per la spesa, ad esempio, in modo da mantenere l’abitudine al distacco.   In sostanza il cane dovrà mantenere la sua capacità di accettare la nostra assenza così come la sua autonomia e la tranquillità necessarie per quando la sua e nostra routine torneranno alla normalità.  “DVM, Phd, Dott. di Ricerca in Fisiopatologia e Medicina degli Animali d'Affezione, Presidente SISCA - Medico veterinario esperto in comportamento animale.”Maria Chiara CatalaniAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

FAI COME NOI DONA ALLA PROTEZIONE CIVILE!

FAI COME NOI DONA ALLA PROTEZIONE CIVILE!

Qui a MyLav non siamo soliti parlare di noi, preferiamo concentrarci sulla cosa più importante: il benessere degli animali e delle persone che vivono con loro.   Oggi però vi vogliamo coinvolgere in un’iniziativa molto importante: abbiamo scelto di donare 5.000 euro alla Protezione Civile.   Può diventare molto di più, se anche tu aggiungi un pezzettino.   Fai anche tu una donazione, direttamente alla Protezione Civile, usando i loro dati bancari:   Beneficiario: Pres. Cons. Min. Dip. Prot. Civ. IBAN: IT84 Z030 6905 0201 0000 0066 387 BIC: BCITITMM   Se vuoi far parte della nostra grande famiglia inserisci come causale del bonifico: “MYLAV #sceglitaliano”.   Vogliamo supportare la nostra Italia, i lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese, le tante aziende che oggi si trovano in difficoltà. Lo facciamo con l’hashtag #sceglitaliano, che puoi usare nei tuoi post se anche tu credi nella solidarietà nazionale.   In questi giorni è importante scegliere i prodotti e i servizi italiani. Stringiamoci forte, almeno metaforicamente, anche in questo.   MyLav è sempre stata al tuo fianco anche se forse non lo sai: siamo quelli che aiutano il tuo veterinario a fare stare bene il tuo animale.   Ci sentiamo vicinissimi ai nostri “fratelli” medici, che stanno facendo uno sforzo sovrumano nei nostri ospedali, come lo siamo ai colleghi veterinari in queste giornate così complicate. Per questo stiamo lavorando per fornirvi alcuni strumenti digitali per dialogare al meglio con il vostro veterinario di fiducia, restando a casa.   Coraggio, l’unione fa la forza! #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Principali caratteristiche della dieta del coniglio da compagnia.

Principali caratteristiche della dieta del coniglio da compagnia.

Negli ultimi anni si è assistito a un notevole aumento del numero di conigli da compagnia nelle nostre case, i quali grazie al loro carattere dolce e affabile si prestano bene alla vita in famiglia.Il coniglio   appartiene all’ordine dei lagomorfi e al genere Oryctolagus, esistono più di sessanta razze, che differiscono tra di loro per forma, dimensione e colore. Sono state selezionate sia razze nane che razze giganti, le più piccole possono pesare da adulte meno di 1 kg, le più grandi possono arrivare a circa 10 kg, come per la razza fiamminga gigante. Una delle razze più antiche e più diffuse è il coniglio ariete che si caratterizza per le tipiche orecchie cadenti ai lati del capo.Quando si parla di animali non convenzionali l’obiettivo da raggiungere, per migliorarne la qualità della vita, è quello di ricreare in casa condizioni il più possibile simili a quelle che la specie avrebbe in natura.A tal fine, una corretta gestione della dieta è fondamentale per ridurre il rischio di insorgenza di malattie e consentire al coniglio di vivere meglio e più a lungo.Poiché i conigli sono erbivori, la dieta deve essere ricca di piante e di erba di campo. Il coniglio selvatico, infatti, si alimenta di graminacee (Festuca, Brachypodium e Digitaria), di leguminose (erba medica, fieno greco, trifoglio) e di composite (tarassaco, lattuga, radicchio, arnica e camomilla). Durante l’inverno, quando alcuni alimenti non sono disponibili, si alimenta anche di foglie e di cortecce degli alberi.  Questo tipo di alimentazione consente al coniglio di consumare i denti, che sono a crescita continua, prevenendo così problemi di masticazione e di malocclusione dentale. L’erba, infatti, contiene particelle di minerali di silicio che facilitano il consumo delle superfici dentali. Se vengono somministrati alimenti inadeguati, il consumo dentale non riesce a compensarne la crescita causando alterazioni patologiche della dentatura. Perciò, la dieta del coniglio da compagnia deve essere costituita principalmente da fieno, il quale deve essere fresco e pulito e sempre a disposizione dell’animale.Fieni polverosi devono essere evitati perché possono causare riniti allergiche.Nel primo anno di vita è consigliato l’utilizzo di fieno di erba medica perché, essendo ricco di calcio, migliora la struttura ossea riducendo il rischio di patologie metaboliche. Dopo il primo anno si può consumare del fieno misto.La dieta deve essere completata con alimenti che, per la loro composizione, permettano una masticazione regolare quali erba di campo e verdure crude, principalmente insalate, evitando la lattuga brasiliana.L’insalata deve essere lavata e asciugata con un panno, le parti ammuffite vanno eliminate e deve essere consumata a temperatura ambiente. In assenza di erba fresca di prato, la quantità di insalata da somministrare ogni giorno deve essere circa il 20% del peso del coniglio.Frutta e carote dovrebbero essere consumate con moderazione perché, essendo ricche di zucchero, favoriscono obesità e fermentazioni intestinali indesiderate.Si può somministrare del pellet prodotto da aziende specializzate ma sempre con moderazione, perché questo alimento non consente il corretto svolgimento della masticazione ed un uso eccessivo può favorire problematiche dentali.I classici mangimi composti da semi di girasole, legumi, frutta disidrata e fioccati devono essere eliminati dall’alimentazione del nostro coniglio perché assolutamente dannosi per la sua salute. “DVM, GPCert medicina e chirurgia degli animali esotici, Responsabile settore Animali non Convenzionali Mylav La Vallonea”Dr. Gustavo PicciAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Nuova epidemia da coronavirus ed animali da compagnia: possiamo stare tranquilli?

Nuova epidemia da coronavirus ed animali da compagnia: possiamo stare tranquilli?

Nuova epidemia da coronavirus ed animali da compagnia: possiamo stare tranquilli? A distanza di circa 18 anni dall’epidemia di severe acute respiratory syndrome (SARS), che comparve in Cina ma si diffuse in altri continenti, e di 8 anni dalla comparsa della Middle East respiratory syndrome (MERS), che conobbe una diffusione più ristretta al Medio Oriente ed il cui agente virale è tuttora in circolazione, un nuovo coronavirus (2019-nCoV, di recente denominato SARS-CoV-2) ha generato un’ondata di panico nella popolazione mondiale. I primi casi di infezione sono stati registrati nella città cinese di Wuhan, nella provincia di Hubei, ed hanno interessato pazienti che erano stati esposti ad animali selvatici nel mercato del pesce di Huanan. Si tratta di uno dei cosiddetti “wet market” (letteralmente mercati bagnati), dove animali di diverse specie  sono venduti ai consumatori, vivi o macellati sul posto, determinando un’incontrollata esposizione a sangue ed altri fluidi biologici potenzialmente contaminati. Tali mercati presentano, quindi, le condizioni ideali per la circolazione di vari patogeni tra animali selvatici, domestici e uomo, favorendo il salto di specie e la comparsa di “nuovi” agenti patogeni. Alcuni ricercatori, tuttavia, hanno avanzato l’ipotesi, tutta da dimostrare che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio di massima sicurezza distante alcune centinaia di metri dal mercato di Huanan. Dalla città di Wuhan, che conta ben 12 milioni di abitanti, grazie anche alla coincidenza dei festeggiamenti del capodanno cinese (prontamente interrotto dalle autorità), epicentro della nuova epidemia da coronavirus, l’infezione si è poi diffusa alle altre province cinese, al Sud Est asiatico in generale ed agli continenti. L’ondata di panico che si è generata, amplificata dai mass media e da un eccezionale flusso di informazioni non controllate diffuse a mezzo social, ha interessato anche i proprietari di animali, spaventati dalla ipotesi più accreditata sulla comparsa di SARS-CoV-2, in base alla quale il nuovo coronavirus umano si sarebbe originato proprio negli animali, come d’altronde era stato il caso della SARS e della MERS. Le precedenti epidemie di gravi coronavirosi nell’uomo sono state sostenute, e lo sono ancora nel caso della MERS, da ceppi virali che circolavano nei pipistrelli e che, grazie a mutazioni del genoma virale, sono riusciti a compiere il salto di specie, passando all’uomo previo adattamento nei carnivori selvatici, specie il tanto vituperato zibetto delle palme (SARS-CoV) o nei dromedari (MERS-CoV). Lo stesso virus SARS-CoV-2 è altamente correlato con coronavirus circolanti nei pipistrelli, anche se, al momento, non si conosce la specie animale che avrebbe permesso il salto di specie favorendo l’adattamento del virus all’uomo. Sotto accusa è finito il pangolino, mammifero asiatico che si nutre di formiche, molto apprezzato dalla medicina tradizionale cinese.  Da queste vicende epidemiologiche trae spunto il timore dei proprietari di animali che anche il cane ed il gatto possano fingere da “untori” di questa nuova “pestilenza” del XXI secolo. In effetti, il virus dell’epidemia di SARS è stato in grado di infettare anche i gatti, come dimostrato dall’identificazione del virus in alcuni gatti domestici ospitati nei giardini Amoy di Hong Kong, dove alloggiavano più di 100 residenti (umani) infetti dal virus (SARS-CoV). Tuttavia, questa specie animale, al contrario dei carnivori selvatici, non sembra aver rivestito alcun ruolo ai fini della trasmissione del contagio all’uomo. Anche il furetto è risultato sperimentalmente sensibile all’infezione con il virus della SARS, tanto da essere proposto come modello sperimentale per l’uomo. Positività naturali per MERS-CoV, invece, sono state ottenute non solo nei dromedari, che hanno verosimilmente veicolato l’infezione all’uomo, ma anche in altri ruminanti domestici a noi più familiari, quali pecore, capre e bovini, nonché in asini e suini.  Possiamo, tuttavia, affermare che, allo stato attuale, gli animali domestici, inclusi cani e gatti, non rivestono alcun ruolo epidemiologico nella trasmissione del nuovo virus e non si sa neppure se siano recettivi ad esso. Tuttavia, anche qualora cani e gatti dovessero essere recettivi al virus, il loro ruolo ai fini della trasmissione all’uomo sarebbe trascurabile, se non inesistente: anche se di probabile origine zoonosica, SARS-CoV-2 si trasmette attraverso il contagio interumano, senza bisogno di un tramite animale ed i nostri amici a quattro zampe sarebbero più vittime che untori dell’uomo. Una situazione simile si è verificata per la pandemia da virus influenzale H1N1pdm09: il virus, originatosi nel suino attraverso un triplice riassortimento genico tra virus influenzali umani, aviari e suini, passò all’uomo iniziando a trasmettersi da uomo a uomo senza alcun ulteriore intervento di animali. I suini, ma anche i cani ed i gatti, successivamente alla diffusione pandemica, iniziarono ad infettarsi con questo nuovo virus influenzale, ma l’infezione è stata quasi sempre trasmessa da pazienti umani malati.   È bene ricordare che cane e gatto possiedono dei propri coronavirus che non sono, però, trasmissibili all’uomo. Nel cane si conoscono due coronavirus enterici, il coronavirus del cane (CCoV) tipo I e tipo II, responsabili, in genere, di modeste enteriti con guarigione spontanea. Tuttavia, alcuni ceppi di CCoV tipo II, detti pantropici, possono causare anche infezioni sistemiche gravi o immunodepressione prolungata. Sono entrambi alfacoronavirus strettamente imparentati con quelli di gatto e suino. Più recentemente è stato identificato un coronavirus respiratorio del cane (CRCoV), un betacoronavirus correlato al coronavirus del bovino (ma non a quelli umani di SARS e MERS), riconosciuto tra gli agenti della tosse dei canili. Nel gatto, invece, è presente il coronavirus felino (FCoV), di cui sono noti due genotipi (FCoV tpo I e tipo II) e due biotipi: un coronavirus enterico, che causa infezioni enteriche asintomatiche o paucisintomatiche, ed un biotipo ipervirulento, derivato da quello enterico per mutazioni nella proteina degli spikes, che causa la peritonite infettiva felina (FIP), una malattia ad esito mortale. In conclusione, sebbene il nuovo coronavirus si sia, con ogni probabilità, originato da animali selvatici (pipistrelli?), è altamente improbabile che i nostri pet possano svolgere un qualche ruolo nella trasmissione all’uomo di un virus che riconosce primariamente un contagio interumano. “DVM, PhD, Diplomato ECVM, EBVS® - European Specialist in Veterinary Microbiology, Professore Ordinario di Malattie Infettive degli Animali Domestici.”Prof. Nicola DecaroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

L’anemia emolitica del cane e del gatto.

L’anemia emolitica del cane e del gatto.

L’anemia emolitica del cane e del gatto.L’anemia emolitica è una malattia nella quale i globuli rossi del sangue vengono per qualche motivo distrutti prima di giungere alla fine del loro ciclo di vita naturale di circa 2-3 mesi.Più che una singola patologia, si tratta in realtà di un gruppo di malattie che possono riconoscere cause differenti: anomalie genetiche, assunzione di sostanze tossiche e difetti del sistema immunitario.Queste ultime sono le più comuni, ma ricordiamo che nei cani e nei gatti alcune sostanze ritenute innocue nell’uomo, possono causare la distruzione dei globuli rossi nel cane e nel gatto.Ad esempio, la cipolla e l’aglio, se assunti in quantità sufficiente, possono scatenare delle serie crisi emolitiche, ovvero la rapida distruzione dei globuli rossi.Un farmaco spesso usato impropriamente dai prorietari, che non si immaginano la sua tossicità, è il paracetamolo, principio attivo di numerosi antipiretici ad uso umano. Nel gatto soprattutto può causare fenomeni di tossicità gravi e letali, per effetto della distruzione dei globuli rossi oltre che di una azione dannosa nei confronti delle cellule del fegato e dei reni.Come già sottolineato, la principale causa di anemia emolitca è tuttavia un difetto a carico del sistema immunitario. Per qualche ragione, spesso sconosciuta, ad un certo punto della vita dell’animale, il suo sistema immunitario inizia a distruggere i globuli rossi non riconoscendoli più come propri, ma attaccandoli come se si trattasse di un microbo o un parassita dannoso per l’organismo. Le cause di questo errore di funzionamento del sistema immunitario spesso non si riescono a capire, anche se in alcuni casi sono secondarie a concomitanti infezioni, assunzioni di farmaci vari e di tumori che si stanno sviluppando in quel momento nell’animale. Come faccio a capire se il mio cane o gatto ha una anemia emolitica?Queste patologie non hanno di solito dei sintomi particolari. Talvolta ci si accorge che l’animale produce urine molto più scure, quasi marroni, e questo è sicuramente un campanello d’allarme importante, ma capita solo nelle forme più acute e gravi. In quelle più subdole e blande, i sintomi sono più aspecifici, spesso il vostro animale apparirà semplicemente svogliato e più debole, con appetito diminuito.Solo tramite una visita clinica veterinaria approfondita e degli esami di laboratorio appropriati sarà possibile giungere alla diagnosi definitiva. Queste patologie necessitano di trattamenti particolari, che dipendono dalla causa scatenante. Purtroppo la prognosi per le enemie emolitiche è sempre molto riservata e sebbene una buona parte possono essere curate, non raramente possono essere responsibili di mortalità.Inoltre, per le forme causate da difetti del sistema immunitario, le terapie possono essere prolungate e impegnative sia per i pazienti che per i proprietari.“DVM, Diplomato ECVCP, EBVS® - European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Patologia clinica - Ematologia - Citologia generale e midollare)”Dr. Walter Bertazzolo #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Il vomito nel gatto è normale ?

Il vomito nel gatto è normale ?

Il vomito nel gatto è normale ?Il vomito  nel gatto non è assolutamente un evento normale e fisiologico. Ovviamente  bisogna fare delle considerazioni riguardo alla frequenza ed alla intensità del sintomo. Un gatto che   vomita una / due volte al mese non deve destare preoccupazione  perché ci sono molte possibili spiegazioni a tale evento.I gatti innescano molto facilmente  il vomito come riflesso difensivo in seguito all’ingestione di possibili sostanze nocive con cui  possono venire a contatto  nell’ambiente esterno.Al contrario se un gatto vomita più di una volta alla settimana questo  evento deve essere considerato anomalo.Inoltre, nonostante da molti sia ritenuto normale, il vomito contenente pelo (generalmente in ammassi definiti boli) è tipicamente un segno correlabile alla nausea. Mentre è assolutamente fisiologico che un gatto si lecchi  per la normale pulizia  quotidiana non è invece normale che   vomiti boli di pelo  e sottovalutare questo evento espone il gatto ad ulteriori rischi come  l’ostruzione intestinale  da bolo di pelo o esofagite da reflusso.Il proprietario attento potrà notare che in un gatto che presenta vomito ripetuto nel tempo  si possono evidenziare ulteriori segni clinici come nausea, appetito capriccioso e dimagramento.In questa eventualità è importante consultare il veterinario ed iniziare un iter diagnostico  per definire se il vomito è secondario ad una allergia / intolleranza alimentare, ad una malattia infiammatoria cronica, all’ingestione di un corpo estraneo ed anche ad una neoplasia.“DVM, Citologia apparato gastroenterico e respiratorio, Endoscopia, Malattie Respiratorie, Gastroenterologia".Dr. Enrico BotteroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Una delle più frequenti patologie dell'utero: la piometra

Una delle più frequenti patologie dell'utero: la piometra

Una delle più frequenti patologie dell'utero: la piometraLa piometra è una malattia a carico dell’utero, che colpisce le cagne intere (cioè non sterilizzate) di qualsiasi età, ma con incidenza superiore dopo i 6 anni. In tale patologia l’utero per azione di batteri va incontro ad una endomentrite (infiammazione dell’endometrio, cioè la parte dell’utero in cui si annidano gli embrioni) purulenta, sino a riempirsi completamente di pus.Le cause di tale patologia sono da ricercarsi nel particolare ciclo sessuale della cagna (la patologia è presente anche nella gatta e in altre specie, ma è molto meno frequente), nella quale  l’ormone Progesterone dopo l’ovulazione rimane a livelli elevati nel sangue  per lo stesso periodo (circa 63-65 giorni) sia che sia iniziata una gravidanza, sia che la cagna non sia gravida.Nelle cagne non sterilizzate e che non hanno gravidanze frequenti questa situazione porta ad una eccessiva stimolazione dell’endometrio da parte del Progesterone. Il progesterone ha infatti una serie di azioni sull’endometrio: stimola la proliferazione e l’attività delle ghiandole endometriali, di quelle ghiandoline, cioè, predisposte a produrre il “latte uterino”, un secreto molto nutriente che serve a nutrire gli embrioni prima dell’impianto (e che per le sue caratteristiche è un ottimo terreno di coltura naturale per i batteri); riduce l’attività contrattile del miometrio (la parte muscolare dell’utero), mantiene la chiusura della cervice e abbassa le difese immunitarie.Tutte queste attività sono fondamentali per portare avanti la gravidanza e tutelare gli embrioni ma diventano purtroppo anche favorevoli per il formarsi della piometra. Un utero così stimolato va incontro a quella che viene chiamata “iperplasia endomentriale cistica”. Per questo stesso motivo la somministrazione di farmaci, purtroppo ancora frequente, allo scopo di sopprimere i calori o ritardare i calori (essendo tali farmaci a base di estrogeni o progestinici) è un’altra causa di piometra. A questo punto il ruolo determinante (ma da solo non sufficiente) nello scatenare la piometra è del batterio Escherichia Coli che colonizza l’endometrio e che libera nell’utero le sue tossine, responsabili della maggior parte dei sintomi. I primi segni di piometra sono la disappetenza, l’aumento della sete e del bisogno di urinare e l’apatia. Seguono in genere il vomito e/o la diarrea, la febbre e l’abbattimento. Lo scolo vulvare ematico-purulento può essere presente o meno a seconda che la piometra sia aperta o chiusa, che la cervice cioè sia o no dilatata e che permetta o meno la fuoriuscita del materiale dall’utero. Il secondo caso è ovviamente più grave sia per la distensione dell’utero stesso che ne consegue sia per il costante riassorbimento di tossici. La gravità e il progredire dei sintomi dipendono dalle tossine liberate dai batteri che portano poi a un danno renale e epatico e conseguente insufficienza d’organo.La diagnosi si basa sulla visita, sugli esami del sangue, ma oggi soprattutto sull’indagine ecografia che permette di visualizzare in modo molto preciso l’utero e in modo particolare il suo contenuto e il suo endometrio.Gli esami del sangue dimostrano un aumento, a volte notevole, dei globuli bianchi (in particolare di quelli conosciuti come neutrofili), e i possibili danni a fegato e reni.La terapia può essere chirurgica con l’asportazione di utero e ovaie, oppure medica con un protocollo che il Veterianrio può eseguire in clinica e che si basa su un farmaco (l’aglepristone) che spiazza il progesterone dai recettori uterini e di prostaglandine che fanno appunto contrarre il miometrio promuovendo lo svuotamento dell’utero. Si associa una terapia antiobiotica mirata e terapia di supporto se necessario.“DVM, Diplomata ECAR, EBVS ® - European Veterinary Specialist in Animal Reproduction (Fisiologia e patologia della Riproduzione, Ginecologia e Andrologia del cane, del gatto e dei mammiferi non convenzionali, Neonatologia)”Dr.ssa Maria Carmela PisuAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Emagiosarcoma un tumore frequente nel cane ma presente anche nel gatto

Emagiosarcoma un tumore frequente nel cane ma presente anche nel gatto

Emagiosarcoma un tumore frequente nel cane ma presente anche nel gattoL’emangiosarcoma è una tumore maligno costituito dalle cellule che rivestono internamente i vasi sanguigni (endotelio). Questa neoplasia che può virtualmente insorgere in ogni organo del corpo, ma più comunemente nei nostri animali coinvolge cute e milza. Nel cane un’altra sede tipicamente coinvolta è l’atrio destro del cuore.  Nel gatto l’emagiosarcoma cutaneo colpisce primariamente testa e orecchie, le zone inguinale/addominale e le estremità. Si ritiene che l’irradiazione solare possa aver un ruolo nello sviluppo di tale neoplasia ed infatti, si osserva una maggiore incidenza di tale neoplasia in gatti con pelo bianco.Da un punto di vista macroscopico gli emangiosarcomi dermici o sottocutanei si presentano come masse di colore rosso scuro/bruno o nerastro evidenti sulla cute del nostro animale. L’ottenimento della diagnosi inizia con un’attenta valutazione clinica, eventuali esami di diagnostica collaterale, e deve essere confermata con il ricorso all’esame istopatologico. Questo consiste nel prelevare una parte o tutta  la lesione perché possa essere esaminata al microscopio. Istologicamente l’emangiosarcoma può avere pattern differenti e la sua caratteristica più comune è quella di formare lacune che contengano sangue. Questo perché come tutte le neoplasie, le cellule si dispongono cercando di “costruire” strutture molto simili a quelle che farebbe il loro corrispettivo normale/sano, e in questo caso,i vasi sanguigni. Talvolta le cellule possono essere poco differenziate e quindi perdere quegli aspetti caratteristici che permettono di identificarle come “endoteliali” e quindi potrà essere necessario fare ricorso ad approfondimenti diagnostici aggiuntivi per confermare il sospetto diagnostico (come l’immunoistochimica).“DVM, PhD in Veterinary Science, Diplomata ECVP, EBVS® - European Specialist in Veterinary Pathology (Istologia Generale, Patologia Urinaria, Patologia Ossea, Patologia del Cavo Orale)”Dr.ssa Silvia BenaliAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Giardia un parassita intestinale sopravalutato del cane e del gatto ?

Giardia un parassita intestinale sopravalutato del cane e del gatto ?

Giardia un parassita intestinale sopravalutato del cane e del gatto ?Giardia duodenalis (sin. Giardia intestinalis, Giardia lamblia) è un protozoo flagellato spesso presente nell’intestino tenue di numerosi vertebrati, tra cui cane, gatto e uomo. In realtà la specie G. duodenalis comprende almeno otto distinti genotipi, detti anche assemblaggi, identificati con le lettere dell’alfabeto dalla A alla H. Nel cane e nel gatto sono segnalati principalmente gli assemblaggi ospite-specifici, C e D nel cane e F nel gatto, quantunque entrambi possano essere infestati anche dagli assemblaggi AI e il cane anche dall’assemblaggio B entrambi tipici dell’uomo.La prevalenza della giardiosi nel cane e nel gatto varia a seconda della popolazione e dell'area in esame e del metodo diagnostico utilizzato. La normale prevalenza è comunque generalmente del 5-15%, indipendentemente dalla presenza di sintomatologia ma nel cane e nel gatto, in Italia, negli ultimi anni sono stati riportati anche tassi di prevalenza più elevati, fino al 57%.Le manifestazioni cliniche delle infezioni da G. duodenalis nel cane e nel gatto sono di difficile interpretazione. Infatti, molti cani e gatti positivi sono clinicamente sani e la normale frequenza dell’infezione da G. duodenalis in cani e gatti asintomatici (5-10%) è solo di poco inferiore a quella riscontrabile nei soggetti con diarrea (15%) In ambienti ad alta densità di cani la percentuale di cani infestati senza alcuna presenza di sintomatologia può essere molto più elevata, fino a più del 70%. Pertanto è lecito porsi dubbi sul ruolo di G. duodenalis come patogeno primario, piuttosto che come concausa, espressione di alterazioni del microbioma intestinale, o un semplice riscontro casuale in soggetti con sintomatologia causata da altri patogeni.  Esistono in commercio test rapidi antigenici che rilevano la presenza di Giardia. Questi test di facile esecuzione debbono essere utilizzati come screening perché non consentono di differenziare la presenza della forma vitale nelle feci (trofozoiti) da quella della forma infestante (oocisti). In caso di positività i test antigenici dovrebbero essere sempre seguiti da test microscopici su feci prelevate da ampolla rettale e colorate con Lugol per evidenziare i trofozoiti ed esami copro-microscopici per arricchimento in soluzione di flottazione a basso peso specifico (solfato di zinco 33 %) che evidenzino le oocisti senza deformarle. I test antigenici rapidi non devono essere utilizzati per il controllo dell’efficacia della terapia perché possono rimanere positivi per diverse settimane anche dopo la scomparsa di Giardia. Il controllo post terapia deve essere eseguito esclusivamente con esame copro microscopico Ad oggi non ci sono prove certe di completa efficacia di farmaci nei confronti di Giardia ma è certo che qualsiasi terapia sia messa in atto deve essere sempre associata alla pulizia della regione anale dopo ogni defecazione per impedire l’auto-reinfestazione Prima di intraprendere qualsiasi terapia in considerazione del fatto che potrebbe essere un riscontro accidentale è comunque essenziale escludere ogni altra causa prima di considerare G. duodenalis come corresponsabile dei segni clinici eventualmente presenti, soprattutto negli animali in cui la diarrea non sia imputabile a forme patologiche del piccolo intestino.  Il trattamento di cani positivi in assenza di segni clinici non è consigliato.Ad oggi sono segnalati solo casi di cani e gatti infestati da assemblaggi dell’uomo e mai di uomini infestati da assemblaggi del cane e del gatto. Non è dato a sapersi se un cane infettato da un assemblaggio umano posso a sua volta trasmetterlo ad un altro umano. L’unica certezza attuale è quindi che l’uomo può infestare il cane, ma non vi sono prove del contrario.“DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology, (Parassitologia e parassitologia clinica, Cardiologia)”Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

“Il mio Pet ha un occhio chiuso !”

“Il mio Pet ha un occhio chiuso !”

“IL MIO PET HA UN OCCHIO CHIUSO”Tornare a casa e trovare il proprio animale domestico cane o gatto con un occhio chiuso o semichiuso (blefarospasmo) è sempre fonte di grande apprensione per un proprietario, che quindi spesso decide di recarsi dal veterinario di fiducia per una visita.  Le cause del blefarospasmo possono essere molteplici, da una semplice congiuntivite (ad es. allergica) fino a situazioni ben più serie, come lesioni corneali, che se non trattate correttamente e tempestivamente possono esitare anche in una “perforazione” oculare, con possibile perdita della vista e a volte dell’occhio stesso.Fra le situazioni meno gravi che possono verificarsi ricordiamo le blefariti (infiammazioni palpebrali) e i difetti palpebrali come ad esempio l’entropion, che consiste in una inversione interna del margine della palpebra (superiore o inferiore), con conseguente irritazione della cornea da parte dei peli o ciglia e comparsa di cheratite (infiammazione) o ulcere corneali.L’entropion ha spesso anche una base ereditaria e si può manifestare, a seconda della razza, già a partire dai primi mesi di vita fino ai 2-3 anni di età, in particolare nelle razze di taglia grande o gigante. Fra le razze più colpite troviamo i brachicefali, il Labrador, il Rottweiler, i molossoidi e, nel gatto, il Main Coon.L’animale (cane o gatto) presenterà occhio semichiuso o chiuso con fastidio, lacrimazione e arrossamento oculare, con tendenza al grattamento (per questo motivo è sempre consigliabile l’impiego preventivo di un collare elisabetta). La soluzione è quasi sempre chirurgica ed è preferibile una valutazione specialistica per decidere in quale momento sia più appropriato intervenire e in che modo. Anche la cheratocongiuntivite secca (occhio secco), conseguenza di deficit quali-quantitativi del film lacrimale, può essere responsabile di blefarospasmo e arrossamento oculare. In questo caso sono colpiti più frequentemente animali adulti o anziani, in particolare Shih-tzu , Cavalier king Charles Spaniel e Bulldog Inglese; la terapia, che deve essere protratta a vita, consiste nell’applicazione di colliri o pomate antinfiammatorie e antibiotiche, sostituti lacrimali e farmaci che vadano ad incrementare e migliorare la produzione lacrimale stessa.  Le cheratiti e le ulcere corneali sono molto fastidiose e dolorose e sempre potenzialmente gravi per il mantenimento di una buona capacità visiva.Le cheratiti non ulcerative, come ad esempio il “Panno del Pastore Tedesco” (cheratite superficiale cronica), si manifestano spesso con un arrossamento congiuntivale e progressivo opacamento della cornea per l’infiltrazione da parte di cellule infiammatorie e vasi. Se non trattate tempestivamente con immunosoppressori e antinfiammatori possono portare anche a una riduzione notevole della vista.  Le ulcere corneali rappresentano lesioni della superficie oculare (la cornea) la cui gravità è legata alla causa (ad es. traumatica o infettiva), alla estensione e soprattutto alla profondità; il trattamento deve essere appropriato, spesso solo con terapia medica ma a volte anche chirurgica.Sono possibili inoltre delle ulcere “spontanee”, le cosiddette SCCED, ovvero erosioni superficiali che non riescono a guarire da sole per un difetto dell’epitelio corneale (ulcere recidivanti). Il loro trattamento richiede spesso una valutazione specialistica con eventuale fresatura corneale, cheratotomia o, più raramente, cheratectomia. Altre due patologie frequenti e gravi sono le uveiti e il glaucoma. Le prime sono infiammazioni della parte vascolare dell’occhio (uvea), mentre il glaucoma è caratterizzato da un aumento della pressione oculare con conseguente degenerazione di nervo ottico e retina e improvvisa o progressiva cecità.Si manifestano entrambe con dolore oculare più o meno intenso, iperemia dei vasi sclerali e edema corneale (aspetto bluastro della superficie oculare); possono essere a volte anche uno la conseguenza dell’altro, ma si differenziano per aspetto clinico, diametro pupillare e tono pressorio. Queste malattie hanno purtroppo spesso una prognosi riservata o infausta per la visione e quindi vanno riconosciute e trattate rapidamente per evitare le complicanze e controllare il dolore.In conclusioneQuando un animale (cane o gatto) manifesta un blefarospasmo completo o incompleto, è sempre consigliabile non sottovalutare la cosa e recarsi il prima possibile dal proprio veterinario per un primo consulto ma, se il problema persiste, sarebbe bene consultare uno specialista in materia di oftalmologia.“DVM, Dottore di Ricerca in Oftalmologia Veterinaria Specialista in Clinica e Malattie dei Piccoli Animali (Oftalmologia)”Dr. Domenico MultariAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

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