Cos’è la sindrome di Cushing? La sindrome di Cushing è stata descritta per la prima volta nell’uomo nel 1932 dal Dottor Harvey Cushing, che osservò in 12 persone sintomi riferibili ad un eccesso di un ormone chiamato cortisolo. Successivamente tale sindrome è stata descritta anche in molte specie animali. La sindrome di Cushing nel cane colpisce circa 1 soggetto ogni 500 ed è causata nell’80-85% dei casi da una tumore (quasi sempre benigno) all’ipofisi, ovvero una ghiandola situata alla base del cervello. Nel 25% dei casi, invece, può trattarsi di un tumore (benigno o maligno) che colpisce le surrenali, due ghiandole situate in prossimità dei reni. Nella maggior parte dei casi si tratta di tumori che non danno metastasi e che danno problemi soprattutto che ciò che producono. Sia nella forma ipofisaria sia in quella surrenalica questa sindrome determina un aumento della secrezione dell’ormone cortisolo. La sindrome di Cushing nel cane è caratterizzata da vari segni clinici: - Aumento dell’appetito e della sete - Aumento della produzione di urina - Aumento del volume dell’addome - Aumento di peso - Letargia (animale che dorme molto) - Perdita di pelo (soprattutto tronco e addome) e/o pelo che fatica a ricrescere una volta tagliato -Respiro frequente Raramente tali sintomi sono tutti presenti nello stesso soggetto, più spesso invece se ne osservano soltanto 1 o 2. Foto 1 - Cane con Sindrome di Cushing. Si può osservare un’area alopecica lungo tutto il tronco e l'aumento di volume dell’addome. Come viene diagnosticata la sindrome di Cushing nel cane? Per la diagnosi è necessario dimostrare l’eccessiva produzione di cortisolo. I livelli di cortisolo ematico fluttuano nell’arco della giornata, pertanto un unico prelievo per la misurazione di un singolo valore di cortisolo ematico non permette di emettere una corretta diagnosi. E’ necessario pertanto eseguire dei test endocrini specifici. Solitamente per la conferma della diagnosi ci si basa sulla positività di due test endocrini specifici; questo perché non esiste un test endocrino perfetto, si possono infatti avere dei risultati “falsi positivi” o falsi negativi”ed avere il risultato di due test positivi rende più sicura la diagnosi. I test endocrini più utilizzati sono i seguenti: - “Test di stimolazione”: in cui viene somministrata per via endovenosa una dose standard di ACTH sintetico, ormone normalmente prodotto dall’ipofisi, che stimola le surrenali a produrre cortisolo. Un prelievo di sangue viene effettuato subito prima della somministrazione di ACTH e un secondo 60-90 minuti dopo, permettono di valutare le concentrazioni ematiche di cortisolo. In un cane sano si ha un determinato incremento del cortisolo ematico dopo la somministrazione di ACTH mentre in un cane con la Sindrome di Cushing questo incremento sarà maggiore. Questo esame, non è purtroppo attendibile al 100% e pertanto deve essere associato a un secondo test. Il test di stimolazione con ACTH, come gli altri test endocrini per la Sindrome di Cushing del cane, è considerato sicuro e non determina effetti collaterali. - “Test di soppressione con desametasone”: che consiste in un primo prelievo, seguito dalla somministrazione di una piccola quantità di un cortisonico, il desametasone; ciò ha la funzione di bloccare temporaneamente la produzione ipofisaria di ACTH. Per completare tale test sono necessari altri due prelievi a distanza di 4 e 8 ore dalla somministrazione di desametasone. L’associazione del test di stimolazione con ACTH e del test di soppressione con desametasone quasi sempre consente di ottenere una diagnosi certa di Sindrome di Cushing, e può a volte fornire informazioni sulla sede del tumore (ipofisario o surrenalico). Al fine di poter scegliere l’opzione terapeutica più adatta, è necessario localizzare la sede della neoplasia. Per avere questo tipo di informazioni viene solitamente effettuata un’ecografia addominale al fine di poter valutare la dimensione e la forma delle ghiandole surrenali. Nel caso in cui la neoplasia non risulti a carico delle ghiandole surrenali, l’unica tecnica che consente di acquisire informazioni è la TAC (Tomografia Computerizzata) o la Risonanza Magnetica; tali tecniche diagnostiche consentono di visualizzare direttamente l’ipofisi. In tutti i casi di Sindrome di Cushing ipofisaria è comunque indicato eseguire una TAC o una risonanza magnetica al fine di valutare le dimensioni dell’ipofisi. I tumori ipofisari possono infatti essere di piccole dimensioni (microadenomi) o di grandi dimensioni (macroadenomi). Conoscere le dimensioni dell’ipofisi risulta particolarmente importante per scegliere l’approccio terapeutico più appropriato. Foto 2 - Tomografia Computerizzata (TAC) del cranio di cane. Nella foto sulla sinistra si vede una TAC normale; a destra la TC di un cane con Sindrome di Cushing dovuta a un macroadenoma ipofisario (freccia). Quali complicazioni possono insorgere a causa della sindrome di Cushing del cane? L’aumento del cortisolo predispone allo sviluppo altre malattie/problematiche quali il diabete mellito, la pancreatite, l’ipertensione sistemica, infezioni del tratto urinario e trombosi. In questi casi, grazie all’osservazione da parte del proprietario e periodici controlli in clinica, si possono identificare tali disturbi nelle fasi iniziali. I sintomi a cui bisogna prestare attenzione sono: dimagramento eccessivo, vomito, dolore nella minzione e difficoltà respiratorie. Quale terapia scegliere? La terapia per la Sindrome di Cushing nel cane dipende principalmente da quale sia la sede anatomica che causa la patologia patologia. Nel caso in cui il tumore sia localizzato a livello di ghiandole surrenali, è importante valutare quanto questo sia esteso. Nella Sindrome di Cushing di origine surranalica la chirurgia è in genere la tecnica d’elezione. Nei casi non operabili si può ricorrere a una terapia medica. Le masse ipofisarie possono essere microscopiche (microadenomi) nella maggior parte dei casi, o crescere ed espandersi (macroadenomi) fino a poter determinare disturbi neurologici quali disorientamento, vagare senza una meta, incunearsi negli angoli fino allo sviluppo di vere e proprie crisi convulsive. L’unico modo per sapere se si tratti di un microadenoma oppure di un macroadenoma è quello di eseguire una TAC o una Risonanza Magnetica Nucleare. Nel caso di un macroadenoma ipofisario possono essere prese in considerazione possibilità terapeutiche quali la chirurgia (eseguita solo in pochi centri specializzati) o la radioterapia. La terapia medica è generalmente quella più utilizzata e viene impostata dal medico veterinario. Controlli successivi: Una volta confermata la diagnosi ed iniziata la terapia, risulta importante effettuare controlli successivi iniziando con un primo controllo dopo circa due settimane. Durante le visite di controllo il veterinario si assicura delle condizioni cliniche del paziente ed indaga su potenziali effetti avversi della terapia prescritta ed effettua esami ematologici per il controllo dell’efficacia della terapia. Quale è la prognosi della Sindrome di Cushing nel cane ? La prognosi dipende da molti fattori. Nelle forme date da tumori surrenalici che vengono asportati chirurgicamente si può avere la completa guarigione dalla malattia. Nel caso di macroadenomi ipofisari la prognosi è meno buona ma migliora solitamente se si ricorre alla chirurgia (ipofisectomia) o alla radioterapia. “DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”Prof. Federico FracassiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Per anemia intende una riduzione della quantità di emoglobina e globuli rossi nel sangue circolante.L’emoglobina, contenuta negli eritrociti (globuli rossi) è essenziale per la vita in quanto permette al sangue di trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutte le cellule del corpo animale, consentendone l’espletamento di tutte le funzioni cellulari. Allorché la quantità di emoglobina nel sangue si riduce, i tessuti iniziano a soffrire di ipossia e quindi di un deficit delle loro funzioni fisiologiche normali. L’anemia è una condizione patologica molto comune e di gravità variabile: in molti casi è così modesta da passare inosservata ed avere pertanto uno scarso impatto sulla salute dell’animale. In altri casi è così grave da essere pericolosa per la vita. Nei nostri animali, come nell’uomo, da un punto di vista medico e fisiopatologico si distinguono due grandi possibili cause di anemia: 1) I globuli rossi vengono persi (per una emorragia) o vengono distrutti (emolisi) a seguito di diversi meccanismi.Il risultato è che il midollo osseo inizierà a “lavorare” maggiormente per ripristinare il numero di eritrociti circolanti. A causa di questa risposta efficace, queste anemie vengono definite “rigenerative”. Nel gatto sono particolarmente comuni, in quanto sono frequenti gli eventi traumatici (es. per cadute dall’alto, investimenti automobilistici, combattimenti con altri animali, ecc.) in grado di determinare copiose perdite ematiche.Sono anche frequenti le anemie emolitiche: alcune sono conseguenti ad una aberrante azione del sistema immunitario, che iniza a distruggere i globuli rossi come fossero cellule estranee (anemie auto-immuni). Altre possono essere causate da microrganismi (es. i micoplasmi emotropi trasmessi dalle pulci). Altre ancora essere causate da farmaci (es. il paracetamolo, comunemente usato da noi umani per trattare le condizioni febbrili, molto pericoloso per il gatto). 2) Il midollo osseo inizia a produrre meno eritrociti del necessario: queste anemie sono molto comuni e si definiscono “non rigenerative”.Praticamente quasi ogni malattia acuta o cronica nel gatto può andare ad influire sulla capacità del midollo di produrre eritrociti. Questo spiega il motivo per cui l’anemia non rigenerativa è così frequente negli animali, ed in particolare nel gatto. Infezioni (es. ascessi batterici, infezioni virali), infiammazioni croniche (es. epatiti), tumori, malattie metaboliche (es. Il diabete mellito) e malattie renali sono le principali cause di anemia non rigenerativa del gatto. L’anemia è quindi una condizione che merita approfondimenti diagnostici importanti, perché è un campanello d’allarme che nasconde spesso patologie gravi.Gli animali anemici devono quindi essere sottoposti ad accurati esami clinici e di laboratorio al fine di stabilire la ragione sottostante. In base alla causa dell’anemia, alla sua gravità e alla rapidità con cui questa si è sviluppata, saranno inoltre necessarie terapie appropriate al fine di ridurre l’impatto sanitario che questa condizione può avere sul paziente (per esempio una trasfusione di sangue). “DVM, Diplomato ECVCP, EBVS® - European Specialist in Veterinary Clinical Pathology (Patologia clinica - Ematologia - Citologia generale e midollare)”Dr. Walter Bertazzolo #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Somministrare al proprio cane e/o gatto alimenti utilizzati abitualmente dagli essere umani è un comportamento frequente. Nella maggior parte dei casi questo fatto non porta a particolari conseguenze, ma può essere un grave errore di superficialità pensare che quello che fa bene o piace all’essere umano abbia il medesimo effetto nei nostri Pet. Ci sono numerosi esempi di alimenti che inducono danni e patologie anche gravi nel cane e nel gatto. Tra questi annoveriamo ad esempio: il cioccolato, le cipolle, l’aglio, l’avogado, l’uvetta e le noci di macadamia. Per alcuni di questi non sono noti i meccanismi fisiopatologici ma solo gli effetti negativi. Inoltre non sempre i segni clinici indotti si manifestano entro poche ore dall’ingestione, ma possono richiedere settimane o mesi di accumulo per portare ai sintomi clinici. Ad esempio l’ingestione cronica di cipolla può indurre anemia grave e la cipolla può portare a questa conseguenza anche nella forma di ingrediente di omogenizzati di carne o pesce. La teobromina contenuta nel cioccolato invece se assunta in quantità sufficienti può indurre, in tempi brevi, segni clinici neurologici potenzialmente fatali. Insomma l’atteggiamento corretto ogni qual volta si decida di gratificare il proprio animale con alimenti dedicati all’alimentazione umana, per quanto sfiziosi, pregiati e costosi, è chiedere informazioni al proprio veterinario.“DVM, Citologia apparato gastroenterico e respiratorio, Endoscopia, Malattie Respiratorie, Gastroenterologia".Dr. Enrico BotteroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Spesso i proprietari si recano dal veterinario di fiducia a causa del cattivo alito del proprio animale da compagnia. Un odore poco piacevole, che può incrinare il rapporto tra proprietari e animali d’affezione così come succede tra esseri umani. Questo cattivo odore, la maggior parte delle volte, non è dovuto a reali situazioni patologiche ma a un normale processo di putrefazione che coinvolge la placca dentale, quella sostanza appiccicosa ed opalescente che si deposita sulle superfici dei denti e che dovrebbe essere rimossa con gentilezza con l’uso di spazzolini morbidi. Qui vogliamo ricordare quelle situazioni che invece quelle condizioni patologiche che si accompagnano ad alitosi. La lista delle possibili cause è lunga e richiede giustamente un consulto con il proprio medico veterinario di fiducia. Spesso il problema è dentro la bocca, associata a malattia orofaringea. I gatti e i cani di piccola taglia hanno una predisposizione a un aumentato rischio di alitosi a causa delle malattie periodontali. La causa è una crescita batterica sotto l’orletto gengivale nella tasca periodontale, un processo patologico chiamato gengivite/periodontite. La gengivite è una fase iniziale, spesso associata a quello che chiamiamo tartaro. L’infezione della gengiva inizia dalla placca batterica ed è una fase reversibile se approcciata correttamente con una profilassi appropriata e successive cure preventive a casa. La periodontite è una fase successiva del processo patologico che coinvolge il legamento periodontale e l’osso alveolare, cioè le strutture che supportano il dente. I microrganismi coinvolti sollecitano una risposta immunitaria dell’organismo con la conseguente progressione della malattia. I pazienti richiedono un attento esame di tutto il cavo orale e questa procedura spesso richiede una sedazione o anestesia. Questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a preliminari esami di laboratorio per escludere malattie metaboliche prima di eseguire una appropriata terapia dentale professionale. Altre cause orali di alitosi possono essere ulcere del cavo orale (es la calicivirosi del gattino o il granuloma eosinofilico), corpi estranei, neoplasie. Un esame attento valuterà anche la presenza di infezioni delle pieghe cutanee vicino la bocca come per esempio nei brachicefali. Altra causa di alitosi può essere il cattivo odore dell’aria che passa attraverso il naso o apparato respiratorio. Infezioni rino-faringee (riniti, sinusiti, corpi estranei, faringiti, neoplasie), malattie polmonari (polmoniti, corpi estranei inalati, bronchiectasia, ascessi polmonari) saranno associati a altri sintomi respiratori utili a inquadrarne la localizzazione. Tra le malattie metaboliche l'alito cattivo può essere espressione di una patologia epatica avanzata ed in questo caso l’alito assume un odore simile al pesce (alitosi ammoniacale) o insufficienza renale (quando ricorda quello dell’urina); più gradevoli sono le esalazioni fruttate della chetoacidosi diabetica. L’alitosi non è il principale segno clinico di patologie dell’apparato gastrointestinale ma spesso si accompagna a queste. Ad esempio ricordiamo il megaesofago, disordine caratterizzato da dilatazione dell’organo e ridotta capacità di trasportare l’alimento dalla bocca allo stomaco, l’ostruzione esofagea da corpo estraneo, l’ulcera gastrica, l’ostruzione prossimale del piccolo intestino associata alla presenza di vomito, le parassitosi intestinali, il malassorbimento. A seguito di un attento esame clinico il medico veterinario valuterà con il proprietario gli opportuni test diagnostici per arrivare a una diagnosi e quindi a una corretta terapia. “DVM, PhD, Diploma Master Universitario II livello in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, consulente nutrizionale (Clinical Nutrition).".Dr. Giuseppe FebbraioAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Nonostante quello che si sente spesso affermare da cosiddetti “esperti“ nel settore animale, la frequente ingestione di erba da parte del cane non è assolutamente un evento normale. Infatti fino a prova contraria l’ingestione di erba significa che il cane manifesta nausea. Ovviamente non si deve considerare anormale la sporadica ingestione di erba, perché occasionalmente è normale che il cane provi nausea così come è normale che occasionalmente una persona possa provare nausea. Inoltre alcuni cani trovano gradevole al gusto alcuni tipi di erba, soprattutto quando non frequentano abitualmente l’ambiente esterno. Del tutto anormale è però l’ingestione continuativa di erba, così come l’ingestione di erba associata ad appetito capriccioso e / o rifiuto del cibo o continua masticazione o leccamento delle superfici. Questi ultimi atteggiamenti sono tutti espressione di nausea e vanno riferiti al veterinario. Generalmente i pazienti che esprimono questi comportamenti nel tempo manifestano sempre più spesso episodi di disoressia e di vomito fino ad arrivare a manifestare dimagramento ed anoressia se il processo patologico che causa il sintomo non viene interrotto. Risulta fantasioso nonché pericolosamente superficiale pensare che il cane abbia la capacità di scegliere determinati tipologie di erba con poteri “curativi”. Se un proprietario vuole gestire in maniera autonoma la nausea del proprio Pet potrebbe provare a cambiare la dieta. Questa è l’unica strategia che un proprietario può intraprendere prima di portare il paziente a visita. Risulta spesso dannoso, seppur temporaneamente efficace, l’utilizzo di farmaci antiacidi come la ranitidina o l’omeprazolo somministrati in autonomia senza che siano stati prescritti dal veterinario curante.“DVM, Citologia apparato gastroenterico e respiratorio, Endoscopia, Malattie Respiratorie, Gastroenterologia".Dr. Enrico BotteroAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Cosa è invece utile controllare nel proprio cane se affetto da cardiopatie La tosse è un riflesso difensivo, improvviso e spesso ripetitivo, che aiuta a pulire le vie respiratorie da eccessi di secrezione, particelle estranee ed irritanti o patogeni.È costituita da tre fasi: inspirazione profonda (tranne quando lo stimolo che lo evoca insorge dalla laringe), una forte espirazione con glottide chiusa inizialmente e poi aperta con un violento e veloce (fino a 80 Km/h) rilascio dell'aria dai polmoni. Essendo un riflesso protettivo dell’albero respiratorio, i recettori (le fibre nervose che se stimolate ne inducono l’insorgenza) sono localizzati nelle vie respiratorie: laringe, trachea, bronchi, con la massima concentrazione a livello di biforcazione della trachea. A livello degli alveoli polmonari, la zona del polmone in cui avvengono gli scambi gassosi con il sangue, sono presenti solo recettori che sono sensibili solo a stimoli particolari quali il fumo o sostanze chimiche particolarmente irritanti.Il cuore non ha nessun recettore della tosse. Allora perché si parla spesso di “tosse cardiaca”? Come può essere che il cuore evochi, induca o sia coinvolto nel meccanismo della tosse? Perché lo si fa in modo improprio o semplicemente sbagliato. La tosse non deve essere infatti considerata un segno clinico associato a patologie cardiache, ma a patologie dell’apparato respiratorio. Quindi la “Tosse cardiaca” non esiste! È vero che ci sono patologie cardiache che determinano un ingrandimento dei settori cardiaci sinistri con compressione delle strutture bronchiali, ma se queste sono normali, tali ingrandimenti non sono mai in grado di indurre per questo tosse.È necessario che il cane cardiopatico abbia contemporaneamente una patologia bronchiale che deve essere curata assieme o, in alcuni casi, prima della patologia cardiaca.Nei cani in terapia cardiologica l’incremento di dosaggio di alcuni farmaci (in particolar modo i diuretici) non ha, nei casi di tosse, alcuna indicazione e anzi sortisce effetti contrari perché contribuisce all’addensamento delle secrezioni normali o patologiche che siano. È buona norma, anzi, specie nei soggetti che tossiscano per concomitante broncopatia, umidificare l’ambiente (meglio con umidificatori che non producano calore, senza utilizzo di profumi o olii essenziali) proprio per favorire l’eliminazione delle secrezioni rese più fluide. Nelle cardiopatie più comuni, quelle che interessano i settori sinistri del cuore, la terapia cardiologica ha lo scopo di controllare o impedire l’insorgenza dell’edema polmonare. L’edema polmonare è un eccesso di fluidi di derivazione ematica nell’interstizio polmonare con possibile invasione degli alveoli e conseguente compromissione degli scambi gassosi tra aria e sangue. In presenza di edema polmonare non si riscontra mai tosse, perché i recettori della tosse presenti a quel livello sono attivati solo da fumo o stimoli chimici.I segni clinici della sua presenza sono l'aumento della frequenza respiratoria, e nei casi molto avanzati, ortopnea: la necessità di dover stare in piedi e deambulare per poter respirare. Ecco quindi che la valutazione della frequenza respiratoria nel proprio cane, nei momenti in cui è rilassato e a riposo, idealmente quando sta dormendo, è, anziché il controllo della frequenza della tosse, l’aspetto più importante da valutarsi e a cui porre attenzione. Dovrebbe essere fatto nel proprio cane cardiopatico in terapia, ogni sera, contando gli atti respiratori in 30 secondi e moltiplicando per 2 (ma esistono in commercio alcune App gratuite che aiutano in questo senso). La frequenza respiratoria (RRR Resting Repsiratory Rate), nel cane non dovrebbe superare i 30 atti respiratori al minuto (quindici in trenta secondi). Un superamento di questa soglia di 5-7 unità, così come un trend nell’incremento che si registri in modo consecutivo in alcune misurazioni deve essere considerato il primo segnale di allerta che implica una valutazione cardiologica urgente con la probabile necessità di instaurare una terapia diuretica o di rivederne il dosaggio. “DVM, Specialista in Clinica dei Piccoli Animali, Diplomato EVPC, EBVS® - European Veterinary Specialist in Parasitology”.Dr. Luigi VencoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Il melanoma è il tumore della bocca più frequente nel cane; più spesso colpisce soggetti anziani, di 8-9 anni e oltre.A questa età i cani sono spesso affetti da parodontopatie, e l’alito può non risultare gradevole; ma, in caso di sviluppo di un melanoma, tumore sanguinante e a rapida crescita (quindi con parti necrotiche a cui si aggiunge anche infezione locale), il nostro olfatto è messo a dura prova perché tale tumore, tra tutti quelli orali del cane, è l’unico (insieme forse ad alcuni sarcomi e carcinomi) a essere davvero così maleodorante.Può svilupparsi in qualsiasi punto della bocca: giunzioni mucocutanee o mucose di labbra e guancia, gengiva dell’arcata dentaria superiore o inferiore (sia esternamente sia internamente), mucosa del palato duro e/o molle (più spesso in fondo alla bocca), lingua (anche in questo caso nella parte caudale), etc.A differenza delle parodontopatie, che in genere interessano entrambe le arcate dentarie, in questo caso il problema è localizzato in una parte precisa della bocca e se il tumore è gengivale ci può essere perdita localizzata di denti; il paziente ha inoltre spesso colio di saliva striata di sangue e se il tumore è in fondo alla gola, può esserci anche difficoltà a deglutire.Il suo colore può essere completamente nero (melanoma melanotico), nerastro solo in alcuni tratti (parzialmente melanotico) o addirittura non pigmentato (melanoma amelanotico); la base d’impianto può essere ampia mentre altre volte può sembrare quasi peduncolato.E’ un tumore aggressivo che può invadere l’osso e sviluppare metastasi ai linfonodi regionali (del collo, anche se clinicamente possono apparire normali) e a organi più distanti.La diagnosi definitiva è istologica e può essere ottenuta prima del trattamento definitivo prelevandone un pezzo. Considerata la sua aggressività, l’attenzione deve essere rivolta:1) alla possibilità o meno di resecare “in blocco” il tumore (come tutti i tumori maligni, il melanoma, all’atto della resezione definitiva, deve essere circondato da tessuto sano, che può essere costituito da tessuti molli e/o osso; se questo è ritenuto non possibile, la chirurgia è da considerarsi solo una tappa del trattamento perché poi il controllo locale deve essere ottenuto con radioterapia; quest’ultima può anche essere l’unico trattamento proponibile se il tumore è considerato davvero inoperabile; dopo resezione “in blocco” si operano poi le opportune ricostruzioni);2) metastasi linfatiche e a organi distanti (prima di proporre un trattamento definitivo è essenziale assicurarci che il tumore non abbia prodotto metastasi lontane, per questo si propone sempre una TC “total body”; se si visualizzano metastasi oltre ai linfonodi regionali, l’unico trattamento proponibile è la palliazione farmacologica; in caso contrario, si procede con la chirurgia e, all’atto della resezione del tumore primario, vengono asportati anche i linfonodi del collo per essere esaminati istologicamente (per stabilire lo stadio clinico).La valutazione istologica postchirurgica ci informa quindi sullo stato dei linfonodi - metastatici o meno -, ci conferma la diagnosi di melanoma, ci precisa se i margini di resezione sono infiltrati o meno da cellule tumorali e ci fornisce dettagli prognostici e di prosieguo della terapia (parametri immunoistochimici).La chirurgia e/o la radioterapia infatti non bastano nella maggior parte dei casi; i dati statistici, per i cani con melanoma trattato solo chirurgicamente (anche a margini “puliti”), parlano di una mediana di sopravvivenza di circa 330-350 giorni e di un 30% di cani vivi a 1 anno; il 70% dei cani, purtroppo, muore a causa di metastasi disseminate, con o senza recidiva locale; inoltre, la chemioterapia standard è poco utile per il prolungamento della sopravvivenza.Considerata però l'elevata immunogenicità del melanoma, sono stati sviluppate terapie immunologiche contro specifici antigeni espressi dalle cellule tumorali (ad es. tirosinasi, CSPG4 – la presenza di questi antigeni è svelata mediante immunoistochimica).Gli studi già pubblicati sull’immunoterapia post-chirurgica del melanoma hanno documentato che in molti casi è possibile prolungare di molto la sopravvivenza di questi pazienti, con raddoppiamento anche dei risultati ottenuti con la sola chirurgia. “DVM, Prof. Ordinario Clinica Chirurgica Veterinaria, Diplomato ECVS, EBVS® - European Specialist in Small Animal Surgery - (Oncologia Clinica, Chirurgia Oncologica, Chirurgia dei Tessuti Molli)”Prof. Paolo BuraccoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; 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In questo tempo così particolare, durante il quale saremo chiamati a restare in casa per settimane, a cambiare drasticamente la nostra routine, qualcosa senza dubbio accadrà nella relazione con i nostri animali. Il cane o il gatto che vivono con noi ci vedranno in casa, per giorni e giorni, come se le domeniche si incantassero in un continuo replay. Sarà sicuramente molto bello per loro ritrovarci ed avere del tempo da trascorrere con noi, probabilmente per la prima volta nella loro vita non sentiranno la noia e la monotonia che caratterizza la solitaria attesa che caratterizza normalmente le loro giornate. Cosa accadrà però quando torneremo a correre, alla nostra frenesia, al lavoro, alle giornate di otto, dieci, dodici ore fuori casa? È difficile prevederlo, ma è importante pensarci ora, in particolar modo parlando del cane, che oggi si gode la nostra presenza in casa ma domani potrebbe rimpiangerla tanto da manifestare stati ansiosi molto gravi. Il cane ha una forte propensione per la condivisione e per la ricerca del contatto fisico con i componenti del suo gruppo famigliare. Osservandolo noteremo che il cane agisce sempre nell’ottica del “noi”. Quando ci muoviamo in casa, lui è con noi, con lo sguardo o seguendoci per curiosare. Quando guardiamo la tv o leggiamo un libro, lui vicino è a noi per una coccola o per proporci un gioco. Perché il cane è condivisione, collaborazione, convivenza ed è per questo che questi giorni saranno per lui una boccata di ossigeno e felicità. Attenzione però, questo periodo nasconde delle insidie! Innanzitutto, se ora assecondiamo ogni richiesta di attenzione o contatto fisico da parte dei nostri pet, rischiamo di metterli in difficoltà quando torneremo alla nostra normale vita lavorativa e veder comparire dei problemi di distacco quando la nostra vita tornerà alla solita pressante routine. Come fare per evitare l’iperattaccamento da quarantena? Provate a scandire le giornate tra condivisione e autonomia, pur dovendo restare sotto lo stesso tetto con il vostro pet. Si potranno fare insieme delle attività in casa o, semplicemente condividere un po’ di dolce far niente nella stessa stanza o, ancora, fare una passeggiata all’aperto, a debita distanza dalle altre persone (non dimenticate il Decreto #iorestoacasa). Allo stesso modo sarà importante chiedere al cane di rilassarsi in una stanza diversa dalla nostra per qualche ora della giornata, oppure di giocare da solo con un nuovo giocattolo sulla sua cuccia o, ancora, prolungare l’assenza da casa per la spesa, ad esempio, in modo da mantenere l’abitudine al distacco. In sostanza il cane dovrà mantenere la sua capacità di accettare la nostra assenza così come la sua autonomia e la tranquillità necessarie per quando la sua e nostra routine torneranno alla normalità. “DVM, Phd, Dott. di Ricerca in Fisiopatologia e Medicina degli Animali d'Affezione, Presidente SISCA - Medico veterinario esperto in comportamento animale.”Maria Chiara CatalaniAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Qui a MyLav non siamo soliti parlare di noi, preferiamo concentrarci sulla cosa più importante: il benessere degli animali e delle persone che vivono con loro. Oggi però vi vogliamo coinvolgere in un’iniziativa molto importante: abbiamo scelto di donare 5.000 euro alla Protezione Civile. Può diventare molto di più, se anche tu aggiungi un pezzettino. Fai anche tu una donazione, direttamente alla Protezione Civile, usando i loro dati bancari: Beneficiario: Pres. Cons. Min. Dip. Prot. Civ. IBAN: IT84 Z030 6905 0201 0000 0066 387 BIC: BCITITMM Se vuoi far parte della nostra grande famiglia inserisci come causale del bonifico: “MYLAV #sceglitaliano”. Vogliamo supportare la nostra Italia, i lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese, le tante aziende che oggi si trovano in difficoltà. Lo facciamo con l’hashtag #sceglitaliano, che puoi usare nei tuoi post se anche tu credi nella solidarietà nazionale. In questi giorni è importante scegliere i prodotti e i servizi italiani. Stringiamoci forte, almeno metaforicamente, anche in questo. MyLav è sempre stata al tuo fianco anche se forse non lo sai: siamo quelli che aiutano il tuo veterinario a fare stare bene il tuo animale. Ci sentiamo vicinissimi ai nostri “fratelli” medici, che stanno facendo uno sforzo sovrumano nei nostri ospedali, come lo siamo ai colleghi veterinari in queste giornate così complicate. Per questo stiamo lavorando per fornirvi alcuni strumenti digitali per dialogare al meglio con il vostro veterinario di fiducia, restando a casa. Coraggio, l’unione fa la forza! #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}
Negli ultimi anni si è assistito a un notevole aumento del numero di conigli da compagnia nelle nostre case, i quali grazie al loro carattere dolce e affabile si prestano bene alla vita in famiglia.Il coniglio appartiene all’ordine dei lagomorfi e al genere Oryctolagus, esistono più di sessanta razze, che differiscono tra di loro per forma, dimensione e colore. Sono state selezionate sia razze nane che razze giganti, le più piccole possono pesare da adulte meno di 1 kg, le più grandi possono arrivare a circa 10 kg, come per la razza fiamminga gigante. Una delle razze più antiche e più diffuse è il coniglio ariete che si caratterizza per le tipiche orecchie cadenti ai lati del capo.Quando si parla di animali non convenzionali l’obiettivo da raggiungere, per migliorarne la qualità della vita, è quello di ricreare in casa condizioni il più possibile simili a quelle che la specie avrebbe in natura.A tal fine, una corretta gestione della dieta è fondamentale per ridurre il rischio di insorgenza di malattie e consentire al coniglio di vivere meglio e più a lungo.Poiché i conigli sono erbivori, la dieta deve essere ricca di piante e di erba di campo. Il coniglio selvatico, infatti, si alimenta di graminacee (Festuca, Brachypodium e Digitaria), di leguminose (erba medica, fieno greco, trifoglio) e di composite (tarassaco, lattuga, radicchio, arnica e camomilla). Durante l’inverno, quando alcuni alimenti non sono disponibili, si alimenta anche di foglie e di cortecce degli alberi. Questo tipo di alimentazione consente al coniglio di consumare i denti, che sono a crescita continua, prevenendo così problemi di masticazione e di malocclusione dentale. L’erba, infatti, contiene particelle di minerali di silicio che facilitano il consumo delle superfici dentali. Se vengono somministrati alimenti inadeguati, il consumo dentale non riesce a compensarne la crescita causando alterazioni patologiche della dentatura. Perciò, la dieta del coniglio da compagnia deve essere costituita principalmente da fieno, il quale deve essere fresco e pulito e sempre a disposizione dell’animale.Fieni polverosi devono essere evitati perché possono causare riniti allergiche.Nel primo anno di vita è consigliato l’utilizzo di fieno di erba medica perché, essendo ricco di calcio, migliora la struttura ossea riducendo il rischio di patologie metaboliche. Dopo il primo anno si può consumare del fieno misto.La dieta deve essere completata con alimenti che, per la loro composizione, permettano una masticazione regolare quali erba di campo e verdure crude, principalmente insalate, evitando la lattuga brasiliana.L’insalata deve essere lavata e asciugata con un panno, le parti ammuffite vanno eliminate e deve essere consumata a temperatura ambiente. In assenza di erba fresca di prato, la quantità di insalata da somministrare ogni giorno deve essere circa il 20% del peso del coniglio.Frutta e carote dovrebbero essere consumate con moderazione perché, essendo ricche di zucchero, favoriscono obesità e fermentazioni intestinali indesiderate.Si può somministrare del pellet prodotto da aziende specializzate ma sempre con moderazione, perché questo alimento non consente il corretto svolgimento della masticazione ed un uso eccessivo può favorire problematiche dentali.I classici mangimi composti da semi di girasole, legumi, frutta disidrata e fioccati devono essere eliminati dall’alimentazione del nostro coniglio perché assolutamente dannosi per la sua salute. “DVM, GPCert medicina e chirurgia degli animali esotici, Responsabile settore Animali non Convenzionali Mylav La Vallonea”Dr. Gustavo PicciAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}