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L'ernia perineale nel cane e nel gatto

L'ernia perineale nel cane e nel gatto

Che cosa è l' ernia perineale ? Per ernia perineale si intende una condizione patologica in cui, a causa del cedimento del cosiddetto diaframma pelvico muscolare, si produce in primis la dislocazione retto ed eventualmente anche di organi addominali quali prostata e/o vescica e, più raramente, piccolo intestino.   Che cosa è il perineo? Il perineo è la regione anatomica compresa tra ano e scroto/vulva (ventralmente) e subito ai lati di queste strutture. L’area è delimitata dalla coda dorsalmente, dalla tuberosità ischiatica e, lateralmente, dal legamento sacrotuberoso (assente nel gatto). Nel gatto, in questa regione, è incluso anche il pene.   Quali sono le strutture muscolari che costituiscono il diaframma pelvico?  Le strutture che costituiscono il cosiddetto diaframma pelvico (che offre supporto laterale al retto) sono il muscolo elevatore dell’ano o levatore ani (subito laterale al retto), il muscolo sfintere anale esterno (che circonda l’ano) e il muscolo coccigeo (laterale al muscolo elevatore).   Quali cani sono maggiormente colpiti? L’ernia perineale colpisce prevalentemente cani maschi interi adulti/anziani (7-9 anni) ma è anche segnalata in femmine intere e gatti. La minore incidenza nelle femmine è giustificata dalla maggiore robustezza della muscolatura pelvica, adatta al parto; i casi riportati in letteratura nel cane femmina sono secondari a distocia (difficoltà nel parto), tosse cronica ed eventi traumatici. Anche nel gatto l’ernia perineale è in genere conseguente a traumi.   Quali sono le razze canine predisposte?  Le razze pure predisposte includono: pechingese, boston terrier, corgie, boxer, barbone, bovaro delle fiandre, bobtail; è frequente nei cani meticci. È una patologia segnalata maggiormente nei soggetti a coda corta e rudimentale in cui la maggiore debolezza del diaframma pelvico sarebbe correlato a un minore sviluppo dei muscoli levator ani e coccigeo.    Quali sono i fattori predisponenti e determinanti per la formazione dell'ernia perineale ? Tra i fattori predisponenti sono segnalati i disturbi endocrini, anche in termini di coesistenza, nel 30% dei casi di ernia perineale, di tumori testicolari ormono-secernenti (per lo più interstizioma). Si presume, infatti, che uno squilibrio nella produzione di androgeni e/o estrogeni possa in ultimo esitare in un aumento delle dimensioni della prostata (prostatomegalia), eventualmente concomitante allo sviluppo di cisti prostatiche intraparenchimali; anche l’eventuale coesistenza di cisti prostatiche extraparenchimali (ex-paraprosatatiche, non primariamente attribuibili ad alterazioni endocrine e frequentemente a sviluppo anche intrapelvico) può determinare un effetto massa in grado di aumentare lo sforzo evacuativo delle feci. E’ stato infine suggerito che una maggiore produzione di relaxina da parte della ghiandola prostatica possa favorire l’indebolimento del diaframma pelvico. Ulteriori fattori predisponenti sarebbero l’atrofia neurogena del muscolo levator ani (probabilmente secondaria a neuropatie del nervo pudendo o del plesso sacrale), l’atrofia muscolare senile e le miopatie del muscolo levatori ani. Condizione determinante per lo sviluppo di ernia perineale è il tenesmo fecale protratto (inteso come aumento della pressione intra-addominale e sforzo evacuativo cronico) con progressivo cedimento del diaframma muscolare pelvico. Tra le patologie potenzialmente associate a tenesmo fecale si annoverano, oltre alle già citate cisti prostatiche extraparenchimali, la prostatomegalia  (ma solo quando la ghiandola è ancora in sede intrapelvica),  le ostruzioni delle basse vie urinarie, le ostruzioni colorettali di diversa natura, la diarrea cronica, i processi infiammatori perianali/perineali cronici (ad esempio sacculiti,  fistole perianali), etc.   Quando posso sospettare che il mio cane abbia un'ernia perineale?  Tra i segni clinici maggiormente segnalati possiamo riscontrate: - tumefazione perineale mono o bilaterale - tenesmo fecale (il cane si mette in posizione ma non defeca o defeca con difficoltà) e costipazione; a volte è possibile osservare prolasso rettale durante la defecazione (fuoriuscita della mucosa rettale dall’ano) - tenesmo urinario con stranguria (il cane si mette in posizione ma non urina immediatamente) - anuria (il cane si mette in posizione ma, nonostante gli sforzi, non urina).   Quali sono gli organi che possono erniare?  L’organo sempre dislocato (deviato o sacculato) è il retto. Possono inoltre dislocarsi in regione perineale la prostata, la vescica e alcune anse del piccolo intestino.    Come si emette diagnosi di ernia perineale?  Il sospetto diagnostico deriva dalla raccolta dei dati anamnestici e, durante la visita clinica presso il medico veterinario, dal rilievo di una tumefazione perineale deformabile alla palpazione. In alcuni casi, la cute circostante può apparire edematosa, arrossata o addirittura ulcerata. Durante l’esplorazione digito-rettale è apprezzabile la deviazione/sacculazione laterale del retto, in esito all’indebolimento o completo cedimento del diaframma muscolare pelvico. Ulteriori test diagnostici includono l’esame ecografico dell’addome (per escludere patologie intraaddominali - compresa la prostatomegalia - in grado di favorire l’aumento di pressione intraddominale) e dei testicoli (per svelare la presenza eventuale di neoplasie). L’esame radiografico dell’addome e della regione perineale è di aiuto nel valutare il grado di collezione fecale a livello di colon e retto. Sia l’esame radiografico sia quello ecografico sono inoltre utili per la valutazione del grado di prostatomegalia e per definire la posizione della vescica. In caso di impegno della vescica nell’ernia, quest’ultima non è infatti più ecograficamente identificabile a livello addominale ma solo più a livello perineale. L’ultimo dato è particolarmente importante quando siano presenti stranguria o addirittura anuria.   Quando l' ernia perineale è un'emergenza medico chirurgica?  L’ernia perineale diventa un’emergenza quando si verifica la dislocazione della vescica nel sacco erniario. Tale organo può addirittura ribaltarsi (retroflessione), con possibile ostruzione, oltre che del flusso urinario, anche del flusso di sangue a livello delle arterie vescicali caudali; quest’ultimo evento può determinare necrosi di una parte o di tutta la vescica. Inoltre, l’infiammazione sierofibrinosa della parete vescicale può eccezionalmente favorire lo stabilirsi di aderenze con la fascia perineale, con impossibilità, dopo cistocentesi per via perineale, del suo riposizionamento in addome.La retroflessione vescicale può inoltre causare stranguria o addirittura anuria; in quest’ultimo caso si stabilisce uno stato azotemico (aumento nel sangue della cretatinina e dell’azoto ureico) e iperkaliemia (aumento del potassio) se ostruzione grave o occlusione si protraggono per oltre 36-48 ore. In questi casi è fondamentale provare con delicatezza a cateterizzare il paziente al fine di evacuare la vescica; se questo non è possibile (organo “inginocchiato” a livello del collo che impedisce la progressione del catetere, motivo per cui è indispensabile essere delicati), la vescica è prima decompressa mediante cistocentesi transucutanea perineale (se non decompressa è spesso impossibile risospingerla) e poi risospinta in addome mediante digitopressione perineale. Seguono l’applicazione di un catetere di Foley, l’esecuzione degli opportuni esami di laboratorio e di diagnostica per immagini e la stabilizzazione del paziente prima di procedere con l’intervento chirurgico.   Se il mio cane ha una tumefazione in regione perineale è sicuramente un'ernia perineale?  La visita dal Medico Veterinario è fondamentale per emettere la diagnosi di certezza. In diagnosi differenziale vi posso essere: patologie a carico delle ghiandole epatoidi (presenti solo nel cane e situate a livello perianale, dorso della coda, prepuzio e più raramente a livello della groppa), sacculiti, neoplasie dei sacchi anali, e tumori cutanei e sottocutanei della regione perineale.    In che cosa consiste il trattamento chirurgico dell'ernia perineale? Il trattamento dell’ernia perineale è chirurgico e prevede la castrazione (essenziale per ridurre il tasso di recidiva dopo erniorrafia) e l’erniorrafia perineale; a queste due procedure si possono o meno associare anche interventi diversi di pessi, cioè di fissazione alla parete addominale di colon discendente (colopessi, a livello di parete addominale sinistra), dei deferenti (deferentopessi bilaterale - per stabilizzare in posizione la prostata) ed eventualmente della vescica (cistopessi - procedura controversa). I diversi interventi sono oggi di norma eseguiti durante la stessa seduta anestesiologica ma possono, se del caso, essere intervallati di 1-3 settimane; in ogni caso castrazione e le procedure addominali precedono sempre l’erniorrafia. Quest’ultima ha l’obiettivo di ripristinare il diaframma muscolare pelvico.    Quali tecniche chirurgiche sono descritte per la ricostruzione del diaframma pelvico ? Nel corso degli anni sono state descritte diverse tecniche chirurgiche.  In generale, si raccomanda di intervenire su entrambi i lati, anche in caso di ernia clinicamente solo monolaterale. L’ernia perineale, nel cane, è classificata come caudale (tra sfintere anale esterno e elevatore dell’ano; è la più frequente); dorsale (tra elevatore dell’ano e muscolo coccigeo); sciatica/laterale (tra muscolo coccigeo e legamento sacrotuberoso); e ventrale (ventralmente alla muscolatura ischiouretrale). Le procedure di correzione chirurgica descritte sono erniorrafia apposizionale, erniorrafia apposizionale associata a trasposizione del muscolo otturatore interno, impianto di reti di polipropilene o di biomateriali (tunica vaginale testicolare, sottomucosa del piccolo intestino, fascia lata), trasposizione del muscolo gluteo superficiale e trasposizione del muscolo semitendinoso (soprattutto per le ernie ventrali o come procedura di salvataggio in caso di recidiva).   Una volta eseguito l' intervento chirurgico cosa si deve fare ? Il paziente, una volta operato, può essere dimesso nella stessa giornata o nei giorni successivi a seconda del tipo di intervento eseguito e delle condizioni cliniche prechirurgia. Una volta giunto a casa, è fondamentale seguire le indicazioni per la gestione post operatoria fornite dal Medico Veterinario per evitare l’instaurarsi di complicanze. E' fondamentale applicare un collare elisabettiano per impedire il leccamento della ferita per le prime 2-3 settimane e somministrare per bocca uno sciroppo a base di lattulosio per ammorbidire le feci e facilitare così la defecazione. E’ bene inoltre far passeggiare l’animale. Inoltre, nei primi giorni post intervento, sono consigliabili farmaci anti-infiammatori e anti dolorifici. L'utilizzo postoperatorio di antibiotici è consigliato. E’ infine importante anche iniziare una dieta ad alto contenuto di fibre ed a basso contenuto di grassi.   Quali possono essere le complicanze correlate all’intervento di ernia perineale? - prolasso rettale  - intrappolamento/stiramento del nervo sciatico (subito laterale al legamento sacroischiatico) in uno dei punti di sutura applicati  - intrappolamento dell’uretra in uno dei punti di sutura applicati (per mancata cateterizzazione preventiva)  - inconsapevole prostatectomia in area perineale in caso di dislocazione dell’organo nel sacco erniario  - infezione - incontinenza fecale: transitoria o permanente, secondaria a lesioni nervose e/o muscolari che possono essere già presenti anche preoperatoriamente - incontinenza urinaria: per intrappolamento del nervo pudendo, per danni vescicali, o come esito della castrazione (1-2% dei casi)  - atonia vescicale: nel 33% dei soggetti con retroflessione vescicale trattati con cistopessi o secondaria a danno neuromuscolare e/o vascolare  - recidiva dell’ernia: nel 5-10 % dei casi, anche a distanza di diversi mesi; tale percentuale può variare a seconda della tecnica utilizzata e, in caso di mancata castrazione, può arrivare fino al 40%.    Quali sono le cure post operatorie ? Nell’immediato postoperatorio e dopo la dimissione, il Medico Veterinario prescriverà sia una terapia farmacologica che riabilitativa: Terapia antibiotica Farmaci antinfiammatori non steroidei Dieta ad alto contenuto di fibre e basso contenuto di grassi Prodotti per ammorbidire le feci (lattulosio) per alcune settimane (8-12 settimane) Impacchi freddi applicati sul sito chirurgico per contrastare l’infiammazione locale Fare passeggiate tranquille ma far camminare l’animale Articolo redatto con la partecipazione della Dr.ssa Alice Ricci Medico Veterinario“DVM, MRCVS, MSc (Oncologia), GpCert(SASTS), GpCert (ENDO), Dipl. European College of Veterinary Surgeon (ECVS), EBVS European Specialist in Small Animal Surgery”Dr. Vincenzo MontinaroAutore“DVM, Prof. Ordinario Clinica Chirurgica Veterinaria, Diplomato ECVS, EBVS® - European Specialist in Small Animal Surgery - (Oncologia Clinica, Chirurgia Oncologica, Chirurgia dei Tessuti Molli)”Prof. Paolo BuraccoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

La pediculosi nel cane e nel gatto

La pediculosi nel cane e nel gatto

Cos’è la pediculosi?La pediculosi è l’infestazione da pidocchi.  I pidocchi sono insetti piccoli, privi di ali, appiattiti dorso-ventralmente e provvisti di arti e robusti artigli che consentono loro di ancorarsi ai peli del mantello. I principali pidocchi appartengono al sottordine degli Anopluri, pidocchi pungitori, che infestano solo i mammiferi placentati, e dei Ischnocera, pidocchi masticatori (precedentemente indicati come Mallofagi), che infestano mammiferi e uccelli.  I primi hanno un apparato buccale preposto a succhiare il sangue, mentre i secondi a mordere e masticare, e pertanto non sono ematofagi ma si nutrono di detriti epidermici e peli.   Quali pidocchi interessano il cane e il gatto? Due specie di pidocchio interessano il cane rappresentate da Trichodectes canis, pidocchio masticatore, e Linognathus setosus, pidocchio pungitore ematofago, mentre Felicola subrostrata, pidocchio masticatore, è l’unico pidocchio che infesta il gatto. Mentre Trichodectes canis e Felicola subrostrata sono ampiamente diffusi in Italia, Linognathus setosus è un pidocchio diffuso nei climi più freddi, in particolare nei paesi scandinavi.   La pediculosi è contagiosa?   I pidocchi sono altamente ospite-specifici e molte specie prediligono specifiche aree anatomiche.  I pidocchi non sono in grado di sopravvivere per più di 1 o 2 giorni al di fuori del loro ospite e tendono a rimanere su un singolo ospite per tutta la vita. La trasmissione avviene tramite stretto contatto diretto tra animali infestati e animali recettivi in quanto i pidocchi abbandonano l’ospite solo per trasferirsi su di un altro animale. Essendo altamente ospite-specifici la trasmissione si verifica solo tra ospiti della stessa specie. Nelle aree a clima temperato sono descritte fluttuazioni stagionali con aumento delle infestazioni nel periodo invernale probabilmente favorite dalle caratteristiche del mantello dell’ospite. Gli animali a pelo lungo sono più soggetti alle infestazioni anche se le più gravi si osservano in soggetti denutriti o che vivono in scarse condizioni igieniche.   Come si manifesta la pediculosi?   I pidocchi si distribuiscono su tutto il corpo ma tendono a localizzarsi prevalentemente su testa, collo e regione dorso-lombare. Le lesioni cliniche riscontrabili sull’animale variano in funzione del numero di parassiti e dell’intensità del prurito che è estremamente variabile (da assente a moderato).  Alcuni animali sono asintomatici ed i pidocchi si possono osservare in movimento sui fusti piliferi; spesso si evidenziano solo le uova (lendini) adese ai fusti piliferi che, ad un’osservazione macroscopica a distanza, possono essere confuse con scaglie, ma facilmente distinguibili con un esame ravvicinato grazie alla loro silhouette ovalare ed il colore biancastro. Il pelo può apparire opaco, arruffato e di aspetto sporco.  Altri animali infestati possono presentare lesioni primarie (scaglie, papule) o secondarie aspecifiche da autotraumatismo (alopecia, escoriazioni, croste). Nel gatto è possibile osservare quadri di alopecia simmetrica autoindotta e di dermatite miliare.  Nel cane le gravi infestazioni da Linognathus setosus, soprattutto nei cuccioli, possono essere responsabili di gravi anemie. Fig. 1: Grave infestazione in un gatto con numerose lendini e parassiti Come si fa la diagnosi di pediculosi?   I pidocchi e le loro uova possono essere facilmente osservabili mediante esame visivo diretto o con lente di ingrandimento.  L’esame microscopico del pelo o l’esame con nastro adesivo trasparente permettono la loro identificazione al microscopio ottico. Un’altra metodica diagnostica è lo spazzolamento del mantello che consente di raccogliere sul tavolo da visita i parassiti e le loro uova. Nei casi in cui non si rinvengono parassiti adulti ma solo lendini, queste devono essere differenziate dalle uova di Cheyletiella spp., acaro che, come i pidocchi, depone le uova sul fusto pilifero.  Le uova di pidocchio sono molto più grandi di quelle di Cheyletiella e presentano un opercolo sulla parte dorsale; inoltre, le lendini di pidocchio, sono saldamente cementate al pelo per almeno i 2/3 della loro lunghezza, mentre quelle di Cheyletiella sono attaccate al pelo da sottili fibrille intrecciate. Fig 2 - Adulto di Trichodectes canis: notare la testa molto larga e rettangolareFig. 3 - Adulto di Felicola subrostrata: notare la testa pentagonale Come si tratta la pediculosi?   I pidocchi sono sensibili alla maggior parte degli insetticidi presenti in commercio e attualmente sono registrate diverse molecole per il trattamento della pediculosi. Per tutte le molecole è raccomandata una singola somministrazione ma, data la resistenza delle uova alla maggior parte degli insetticidi, è consigliabile ripetere il trattamento a distanza di 14 giorni per i pidocchi eventualmente emersi dalle lendini in tempi successivi al primo trattamento. In copertina: Uovo di pidocchio (lendine) saldamente cementato al peloTutte le immagini sono gentilmente concesse dall'Autore.“Medico Veterinario - (Dermatologia, Allergologia, Otologia veterinaria e Parassitologia cutanea).”Dr. Federico LeoneAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Epatite cronica da accumulo di rame nel cane, un difetto congenito

Epatite cronica da accumulo di rame nel cane, un difetto congenito

Le patologie del fegato rappresentano un’importante categoria di malattie nel cane e tra queste l’epatite cronica ha un ruolo prioritario. Si tratta di una malattia che può avere diverse cause ed è difficile da diagnosticare in quanto i cani tendono a non mostrare nessun sintomo nelle fasi iniziali, mostrando segni di malessere solo quando la malattia è già in fase avanzata. Una delle forme di epatite cronica più rilevanti è l'epatite cronica da accumulo di rame (abbreviata come CuCH dall’inglese Copper-associated Chronic Hepatitis). La CuCH è una forma di epatite cronica causata da accumulo anomalo di rame nel fegato, principale organo deputato al metabolismo di questo oligoelemento. L’accumulo di rame può essere causato da alterazioni nelle capacità del fegato di gestire i depositi di rame e di eliminarlo nella bile, da un eccessivo apporto di rame nella dieta o da entrambi questi meccanismi. Quando la quantità di rame presente nel fegato supera la capacità di trasporto epatico si verificano danni cellulari e infiammazione epatica; se non trattata la malattia evolve nel tempo fino alla comparsa di fibrosi epatica e poi cirrosi epatica, stadio terminale caratterizzato da insufficienza epatica e da ridotta o assente risposta alle terapie.   Questa condizione può colpire cani di qualsiasi età, anche se è più comune nei giovani adulti (età mediana 6-7 anni), e di qualsiasi razza, inclusi i meticci. Alcune razze mostrano tuttavia una predisposizione per questa patologia, tra cui Bedlington Terrier, Labrador Retriever, Dobermann, Dalmata e West Highland White Terrier. Si ipotizza che questa predisposizione sia causata da mutazioni genetiche responsabili di alterazioni nel metabolismo epatico del rame (es: maggior difficoltà ad eliminare il rame dal fegato). Per alcune delle razze citate questa ipotesi è confermata e le mutazioni genetiche coinvolte nella malattia sono note: è il caso del Bedlington Terrier, ma anche nel Labrador Retriever e nel Dobermann sono state individuate mutazioni parzialmente correlabili allo sviluppo della CuCH. Un altro fattore coinvolto nell’insorgenza della malattia può essere l’eccessivo contenuto di rame nella dieta, in particolare in pazienti in cui il normale metabolismo del rame è alterato a causa di predisposizioni genetiche. L’attenzione verso questo aspetto è molto aumentata negli ultimi anni e la comunità veterinaria internazionale sempre più chiede un attento controllo da parte dei produttori sul contenuto di rame negli alimenti commerciali.   I sintomi della malattia possono essere estremamente variabili. Nella fase iniziale solitamente non sono presenti sintomi e il cane può apparire in perfetta salute, mentre con il progredire del danno a carico del fegato iniziano a comparire sintomi aspecifici, come vomito, riduzione dell’appetito, letargia, perdita di peso, e poi sintomi tipici delle patologie epatiche come la colorazione gialla delle mucose e della cute (ittero), sintomi neurologici (encefalopatia epatica), aumento di sete e urinazione, accumulo di fluido in addome (ascite). Lo screening per la CuCH si basa principalmente sull’esecuzione di esami del sangue, in particolare per valutare gli enzimi epatici (es: transaminasi). Il monitoraggio di questi parametri è particolarmente importante nei cani di razze predisposte, in cui anche alterazioni minime possono essere un campanello di allarme precoce. Altri esami, come per esempio test specifici di funzionalità epatica o l’ecografia addominale, possono essere utili nel processo diagnostico ma, in particolare nelle fasi iniziali, hanno una bassa sensibilità per individuare la malattia. Ad oggi non esistono esami non-invasivi per confermare la diagnosi di epatite cronica, né per definire con esattezza se la causa sia l’accumulo di rame.  Per questi motivi, in caso di alterazioni laboratoristiche (es: aumento persistente delle transaminasi non giustificato da altre cause) o presenza di sintomi compatibili, è fondamentale confermare la diagnosi tramite esecuzione di biopsia epatica con esame istologico e quantificazione del contenuto di rame.   L’utilità di questo esame è massima nella fase iniziale della malattia, in cui il cane non mostra sintomi, per eseguire una diagnosi precoce e prevenire la progressione della malattia.   La biopsia e gli esami correlati sono fondamentali sia per confermare l’epatite cronica che per confermare che l’accumulo di rame è la causa di essa, permettendo di impostare una terapia specifica. La gestione terapeutica si basa principalmente sull’utilizzo di una specifica dieta a ridotto contenuto di rame associata a farmaci che mobilizzano il rame depositato nel fegato favorendone l’eliminazione (farmaci chelanti del rame). Oltre a questi farmaci, si prescrive solitamente terapia di supporto con farmaci ed integratori ad attività epatoprotettrice, cioè in grado di ridurre in parte i danni arrecati dalla malattia alle cellule del fegato. In alcuni casi, sulla base degli esiti dell’esame istologico, il vostro veterinario potrebbe decidere di associare l’utilizzo di farmaci ad attività immunomodulatrice (es: ciclosporina o steroidi). Nei pazienti affetti da CuCH, la durata della terapia può essere di mesi o anni e la dieta è solitamente prescritta a vita.    Se diagnosticato precocemente e adeguatamente trattato, un cane con CuCH può avere una lunga aspettativa e una buona qualità di vita. Al contrario, una diagnosi tardiva si associa spesso ad una prognosi sfavorevole. “DVM, PhD, Dipl. ECVIM-CA (Internal Medicine); Dept. of Veterinary Sciences University of Parma”Dr. Andrea CorsiniAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Iperplasia Prostatica nel cane, cos’è e come posso controllarla?

Iperplasia Prostatica nel cane, cos’è e come posso controllarla?

La prostata è una ghiandola accessoria dell’apparato riproduttore e ha il compito principale di produrre il liquido seminale nel quale verranno immessi gli spermatozoi prodotti dai testicoli nel momento dell’eiaculazione. Sia nell’uomo che nel cane la prostata viene nutrita dalla forma attiva del testosterone, il diidrotestosterone, che ne supporta l’attività e ne favorisce la crescita. Col passare degli anni però l’azione del progesterone porta a un eccessivo accrescimento della ghiandola e si instaura l’alterazione chiamata “iperplasia prostatica”. La conseguenza dell’iperplasia e dell’aumento di volume della prostata nel cane, provoca importanti disagi agli organi circostanti, cioè la vescica, l’uretra, il retto e i nervi pelvici.   Quali sono i sintomi dell’ipertrofia prostatica nel cane rispetto all’uomo?   Nell’uomo i sintomi principali dell’iperplasia prostatica sono urinari perché la ghiandola, che avvolge il collo della vescica, cresce principalmente in senso concentrico e va quindi a comprimere la vescica e la parte iniziale dell’uretra. L’uomo avrà quindi necessità di urinare di frequente, fastidio all’urinazione, sensazione di svuotamento incompleto della vescica ecc. Nel cane, invece, la crescita della prostata ha direzione eccentrica (Fig. 1) e quindi i sintomi principali saranno intestinali.Fig. 1 - cane: crescita della prostata in direzione eccentrica. Il nostro cane potrà quindi iniziare a fare feci schiacciate, “nastriformi”, avere tenesmo fecale (cioè la sensazione di dover defecare anche se l’ampolla rettale è vuota), difficoltà nel defecare. Successivamente il cane potrà mostrare sintomi urinari, dolore alla deambulazione, inappetenza. Poiché spesso all’iperplasia è associata la presenza di cisti prostatiche, inizialmente di piccole dimensioni, è anche possibile che il primo sintomo evidenziabile sia il gocciolamento di sangue dal pene dopo l’urinazione. Fig. 2 - cisti prostatiche in un cane evidenziate tramite esame ecografico. Come si può fare una diagnosi precoce di iperplasia prostatica nel cane ? Per evitare di incorrere in tutti questi problemi è importante, cosi come per l’uomo, effettuare una corretta prevenzione. È noto che la prostata inizia a avere un volume oltre il normale quando il cane arriva circa al 40% della sua aspettativa di vita, quindi i controlli sono consigliati dai 5 anni in avanti. Il Medico Veterinario può controllare la salute prostatica con l’ecografia che permette di evidenziare: le dimensioni della prostata,  la possibile presenza di cisti, la sua corretta struttura, la sua omogenicità e il flusso sanguigno. Come nell’uomo anche nel cane il Medico Veterinario può controllare la prostata attraverso un esame del sangue: il dosaggio della CPSE. Il cane, a differenza dell’uomo, ha un rischio molto molto basso di carcinoma prostatico, mentre circa l’80% dei soggetti oltre i 5 anni soffre di iperplasia prostatica. Per questo motivo, a differenza della PSA, che nell’uomo è un marker tumorale, la CPSE canina è una proteina, prodotta dalla prostata, che indica che la ghiandola sta lavorando eccessivamente o in modo non corretto. Se la CPSE è superiore ad un certo valore (70 ng/ml) significa che la prostata è di volume aumentato e in questo caso il Medico Veterinario potrebbe effettuare un controllo ecografico per valutare la necessità di terapia. Il dosaggio della CPSE si esegue sul siero ematico e può quindi essere eseguito insieme ad altri test ematologici di routine come ad esempio nei controlli annuali di medicina preventiva (malattie endemiche, stato di salute generale, ecc.). In questo modo si riesce a fare un’ottima prevenzione anche per l’iperplasia prostatica del cane e ad impedire che il nostro amico incorra in problemi anche importanti causati da questa condizione. Il vostro Veterinario di fiducia saprà consigliarvi al meglio sia sul momento opportuno per effettuare questo esame sia su come procedere. “DVM, Diplomata ECAR, EBVS ® - European Veterinary Specialist in Animal Reproduction (Fisiologia e patologia della Riproduzione, Ginecologia e Andrologia del cane, del gatto e dei mammiferi non convenzionali, Neonatologia)”Dr.ssa Maria Carmela PisuAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Il mio cane ha un’ulcera sul tartufo che non guarisce:  Il carcinoma del tartufo del cane.

Il mio cane ha un’ulcera sul tartufo che non guarisce: Il carcinoma del tartufo del cane.

Il mio cane ha un’ulcera sul tartufo che non guarisce!   Il carcinoma squamoso del tartufo del cane è un tumore localmente molto invasivo che origina dalla mucosa della narice, dalla cute cheratinizzata del tartufo o dall’epitelio della parte anteriore del setto nasale. Fattori predisponenti al tumore sono la pigmentazione chiara e l’esposizione cronica ai raggi ultravioletti del sole (raggi UV). I cani colpiti sono più spesso anziani (7-13 anni), di sesso maschile e soprattutto di razza Labrador e Golden retriever (fino al 76% dei casi); più raramente si osserva anche in soggetti di altre razze (ad esempio collie, Pastore australiano, pastore delle Shetland, etc).  Nelle fasi iniziali si può notare un’erosione superficiale/ulcera (che però non tende a guarire) o una tumefazione della regione del tartufo; negli stadi più avanzati la lesione diventa più evidente (Figura A) e il cane può perdere sangue (epistassi) e/o sternutire ripetutamente. Fig A - Lesione erosiva (ulcera) del tartufo di un cane. DIAGNOSI   Per la diagnosi è necessario prelevare un pezzo di tessuto da avviare ad esame istologico. L’esame citologico spesso non è diagnostico. Se l’istologico conferma la diagnosi, è necessaria una TC o una Risonanza Magnetica per stabilire l’entità dell’invasione tumorale e il limite caudale del tumore; tale dato può essere utilmente integrato con i rilievi endoscopici (rinoscopia). Le metastasi in prima presentazione sono molto rare e, se si verificano, sono a livello dei linfonodi regionali del collo. Su questi può essere fatto un esame mediante ago aspirato per analisi citologica e la loro rimozione dovrebbe limitarsi a quelli metastatici. Se non si è eseguito un esame TC completo, i polmoni possono essere controllati con esame radiografico del torace (negativo nella stragrande maggioranza dei casi; metastasi polmonari si possono raramente formare dopo fallimento del trattamento e sono comunque tardive). L’esame ecografico dell’addome è opzionale ma, trattandosi di animali in genere anziani, è comunque consigliabile per escludere malattie concomitanti.   TERAPIA   Se non si opta per alcun trattamento, il cane è in genere sottoposto ad eutanasia entro 2-5 mesi per l’impossibilità a gestire i segni clinici progressivamente più gravi. Il trattamento di scelta è chirurgico ovvero nosectomia completa (planectomia), eventualmente comprendendo anche la regione incisiva (Figura B). Fig B - Cane, esito chirurgia di carcinoma nasale. Un margine di escissione sicuro (da 1 a 2 cm od oltre di tessuto sano oltre al tumore) è l’unico modo per consentire al cane una lunga sopravvivenza (e forse guarire). Per la ricostruzione ci sono diverse tecniche. Complicanze possono verificarsi nel breve (cedimento delle suture) e nel medio-lungo termine (stenosi della neoapertura); molte di queste complicanze possono richiedere revisione chirurgica. Complicanze minori sono sternuti e perdita di secrezioni dal naso, soprattutto nel primo periodo ma potenzialmente anche nel lungo periodo (ma meno frequentemente).  La radioterapia non è un’opzione curativa valida in quanto questo tumore appare radioresistente e la progressione è frequente. Anche l’escissione chirurgica meno aggressiva seguita da radioterapia esita in recidiva in molti casi. L’irradiazione ritarda comunque la recidiva in caso di margini chirurgici incompleti (cioè con ancora cellule tumorali nel punto di resezione); nei casi inoperabili la radioterapia può comunque estendere la sopravvivenza rispetto ai cani non trattati. Riguardo l’elettrochemioterapia non vi sono dati in letteratura ma si presume che l’effetto possa essere solo palliativo e transitorio. Palliazione transitoria può anche ottenersi applicando laser CO2 e criochirurgia. La chemioterapia classica non è indicata. Per la palliazione si possono forse usare gli antinfiammatori (farmaci anti-COX2) e la terapia metronomica (antiangiogenica) ma non ci sono dati che consentano di esserne certi.   PROGNOSI   Lo stato dei margini di escissione (infiltrati o non infiltrati) è fondamentale; questo implica che precocità di diagnosi e trattamento con corretta dose chirurgica sono essenziali per il controllo delle recidive e quindi per la sopravvivenza (fino a 2010 giorni in uno studio, mediana 1542 giorni, con tasso metastatico complessivo [linfonodi e/o polmoni] dopo trattamento del 23%). L’attesa di oltre 8 settimane esporrebbe a una maggior probabilità di recidiva. Si ricorda che le recidive (e non le metastasi) rappresentano la causa dell’eutanasia dell’animale, indipendentemente dal trattamento adottato. La recidiva, se si verifica, si ha in genere entro 6 mesi dal trattamento.   CONSIDERAZIONI FINALI   Per allungare la vita e potenzialmente guarire il tuo cane che si è ammalato di carcinoma squamoso al tartufo è quindi indispensabile portarlo al più presto dal Medico Veterinario per poter far formulare la diagnosi il più precocemente possibile. Far eseguire tutti gli accertamenti e le indagini che ti prescriverà ed accettare il fatto che solo una chirurgia aggressiva è in grado di ottenere la rimozione di tutta la neoplasia ottenendo la condizione di “margini puliti” (cioè non infiltrati da cellule tumorali), per allungare la vita e forse guarire il tuo cane. La modificazione estetica conseguente alla chirurgia non causa in genere problemi funzionali al cane anche se ci potranno essere delle possibili complicanze per alcune delle quali potrebbe essere necessaria una revisione chirurgica mentre altre (occasionali epistassi e sternuti) sono invece in genere gestibili e tollerabili. “DVM, Prof. Ordinario Clinica Chirurgica Veterinaria, Diplomato ECVS, EBVS® - European Specialist in Small Animal Surgery - (Oncologia Clinica, Chirurgia Oncologica, Chirurgia dei Tessuti Molli)”Prof. Paolo BuraccoAutore“Med. Vet., Professore Associato Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Diplomata ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Oncology - Animali da compagnia - (Oncologia)”Prof.ssa Laura MarconatoAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Il diabete e la vista nel cane: la cataratta diabetica

Il diabete e la vista nel cane: la cataratta diabetica

Il mio cane diabetico è diventato improvvisamente cieco, cosa è successo? Probabilmente ha sviluppato una cataratta diabetica. Cosa è una cataratta?Si definisce cataratta qualsiasi opacità a carico della lente (o cristallino).  Molti cani diabetici a distanza di 6-8 mesi dalla diagnosi della malattia sviluppano una cataratta che ha la caratteristica di comparire molto rapidamente (a volte in pochi giorni), e di diventare matura e intumescente causando una cecità completa. La sua formazione è strettamente correlata allo stato ed al controllo della patologia diabetica ed al valore della glicemia (ovvero lo zucchero nel sangue).Cosa può fare il proprietario di un cane con cataratta diabetica ?Far sottoporre l’animale a chirurgia per rimuovere la cataratta e recuperare la visione.   Che tipo di chirurgia?Una procedura definita facoemulsificazione, che è la stessa utilizzata nell’uomo per eliminare e curare le cataratte (di solito senili).   In cosa consiste questa chirurgia?Nella rottura e aspirazione del contenuto del cristallino e sostituzione con una lente artificiale intraoculare (IOL).   Come viene eseguita la chirurgia nel cane?In anestesia generale ed in regime di day-hospital a volte senza necessità di ricovero.   Quale è la percentuale di successo?Se il cane viene correttamente preparato e la malattia diabetica è sufficientemente controllata la maggior parte (90%) dei soggetti operati recupera presto e bene la capacità visiva (fig. 1). Fig. 1 - Cane un ora dopo la chirurgia di cataratta diabetica La cataratta si può riformare?No, ma possono comparire nel tempo in alcuni pazienti (5-10%) delle complicanze oculari che riducono in parte o totalmente il risultato positivo ottenuto con la chirurgia.   Cosa deve fare il proprietario dopo la procedura chirurgica?Essere in grado di somministrare le terapie mediche previste (alcuni colliri da mettere dalle 2 alle 4 volte al giorno) per diverse settimane/mesi e portare il cane ai controlli programmati (all’inizio settimanali, poi mensili).   Possono essere operati tutti i cani diabetici?Solo quelli non affetti da altre patologie oculari importanti (ad es. distacco o malattie della retina, glaucoma), che risultano in buono stato di salute per affrontare l’anestesia generale e che sono facilmente trattabili dal proprietario e non aggressivi verso gli estranei. I cani affetti da diabete possono nel tempo sviluppare anche secchezza oculare; per tale ragione sono sempre consigliabili integrazioni con sostituti lacrimali in particolare nei soggetti già operati per la rimozione della cataratta.In copertina: cane con cataratta diabetica prima della chirurgia.Tutte le immagini sono gentilmente concesse dall'autore. “DVM, Dottore di Ricerca in Oftalmologia Veterinaria Specialista in Clinica e Malattie dei Piccoli Animali (Oftalmologia)”Dr. Domenico MultariAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Le otiti nel cane

Le otiti nel cane

L’otite esterna, ovvero l’infiammazione del padiglione auricolare e del condotto uditivo esterno, è una malattia molto frequente nel cane e può interessare fino al 20% degli animali portati a visita veterinaria. Meno frequenti sono l’otite media (ossia il coinvolgimento della bolla timpanica) e l’otite interna, con interessamento neurologico. L’otite esterna è causata da fattori primari e secondari, unitamente a fattori predisponenti e perpetuanti, come indicato nella tabella.La mancata identificazione delle cause primarie o il ritardo nella diagnosi possono portare a otiti esterne croniche e ricorrenti, oppure ad otiti medie e interne, molto frustranti sia per il proprietario che per l’animale. Le cause primarie più frequenti sono rappresentate da corpi estranei, ovvero ariste di graminacee durante la stagione primaverile ed estiva nei cani da lavoro e che trascorrono molto tempo all’aperto. Gli acari della rogna otodettica sono più frequenti nei cuccioli e negli animali che vivono in situazioni di sovraffollamento. Negli animali anziani, nel caso in cui sia coinvolto un solo orecchio, dovrà essere ricercata una eventuale neoplasia. Le malattie allergiche, sia ad allergeni ambientali che alimentari, e le malattie ormonali possono manifestarsi molto spesso solo con l’otite esterna. Le malattie allergiche in particolare possono presentarsi con otiti ricorrenti negli anni, sia correlate a stagionalità che periannuali. Più raramente, anche le malattie autoimmuni e immunomediate (come ad esempio il pemfigo foliaceo e l’adenite sebacea) possono avere manifestazioni auricolari. Una attenta raccolta dell’anamnesi da parte del Medico Veterinario è indispensabile per stabilire la causa primaria della malattia.  I fattori secondari consistono in sovracrescite o infezioni sostenute da microbi, che possono essere batteri (cocchi o bacilli) oppure lieviti, ad esempio Malassezia spp. Questi dovranno essere identificati dal Medico Veterinario e trattati con terapia topica o sistemica adeguata, allestita sulla base dei riscontri clinici e dell’esame citologico dell’essudato. Questa procedura è indispensabile per visualizzare al microscopio il tipo di infezione presente. Se necessario, parte del materiale prelevato verrà inviato in Laboratorio per ulteriori indagini come l’esame batteriologico e l’antibiogramma. Esistono inoltre fattori predisponenti che in assenza di una malattia sottostante possono promuovere lo sviluppo di una infiammazione. Questi sono per esempio le conformazioni anatomiche dei canali auricolari di Bulldog Inglesi e Sharpei, molto stretti; oppure i padiglioni auricolari penduli di Bassetthound e Cocker Spaniel. In tutti i cani l’eccessiva umidità determinata da contatti frequenti con acqua e bagni può favorire le sovracrescite microbiche. La pulizia dei condotti auricolari con prodotti non adeguati, come ad esempio alcool o acqua di rubinetto, è sempre da evitare. In caso di dubbi, occorre sempre chiedere consiglio al Medico Veterinario. Tab. 1 - cause di otiti nel cane SEGNI E SINTOMI I cani con otite esterna presentano prurito e dolore, che si manifestano con il grattamento dei padiglioni auricolari o con lo scuotimento della testa. I cani con otite media possono avere gli stessi sintomi descritti per l’otite esterna unitamente alla testa ruotata e altri segni neurologici come perdita dell’equilibrio e procidenza della terza palpebra.   DIAGNOSI Dopo una accurata raccolta della storia clinica per identificare le cause primarie, il Medico Veterinario effettuerà un esame otoscopico con cane sveglio o in sedazione per visualizzare al meglio i canali auricolari e le membrane timpaniche. Il Medico Veterinario potrà anche eseguire un prelievo del cerume per l’analisi al microscopio e, se ritenuto necessario, un tampone per identificare il germe responsabile dell’otite e gli antibiotici da poter utilizzare. Nei casi di otite cronica o in cui si sospetti una otite media, potranno essere effettuate anche endoscopia, radiografia, TAC o risonanza magnetica, a discrezione del Medico Veterinario.   TERAPIA La terapia dell’otite dipende dalla causa scatenante (fattore primario) e dal tipo di germi visualizzati al microscopio o isolati dal Laboratorio. I corpi estranei eventualmente presenti devono essere estratti; i parassiti devono essere trattati con prodotti specifici. Neoplasie o cisti dovranno essere rimosse chirurgicamente. Esistono in commercio numerosi prodotti a uso auricolare per la terapia topica che comprendono associazioni di antibiotici, antimicotici ed antiinfiammatori; in associazione, o alternativa, a seconda del caso clinico, il Medico Veterinario potrà prescrivere prodotti per via orale. Cause primarie di origine allergica o ormonale saranno da gestire con Medico Veterinario Dermatologo od Endocrinologo. Otiti croniche gravi con coinvolgimento sia dell’orecchio esterno che medio potranno essere risolte con trattamento chirurgico.   LAVAGGI AURICOLARI In presenza di notevole quantità di essudato ceruminoso o purulento, è indispensabile effettuare lavaggi dei condotti auricolari con animale sveglio o in sedazione. Lavaggi profondi possono essere effettuati in anestesia generale ed associati ad endoscopia. Fondamentale è la valutazione della integrità della membrana timpanica. In caso di rottura del timpano infatti la maggior parte dei prodotti utilizzati per i lavaggi auricolari e le terapie topiche può provocare gravi danni. Se il timpano non è integro può essere utilizzata solo la soluzione fisiologica sterile. Se il timpano è integro, si possono utilizzare con relativa sicurezza i prodotti di lavaggio auricolare per cani disponibili in commercio. Se l’essudato è purulento, possono essere usati princìpi attivi disinfettanti; i lavaggi dovranno essere ripetuti fino a quando il liquido che fuoriesce non sarà limpido. Se l’essudato è brunastro e denso, sono da preferire princìpi attivi ceruminolitici massaggiando dall’esterno i canali auricolari in modo da favorirne l’azione terapeutica. Il Medico Veterinario saprà consigliare il prodotto migliore a seconda dell’essudato presente.  Alcool, olii, altre soluzioni “fai-da-te” sono assolutamente da evitare poiché dannosi sia sull’epitelio del canale auricolare che del timpano, ed essi stessi predisponenti a otiti. I lavaggi auricolari sono indispensabili anche prima della terapia topica poiché, rimuovendo detriti ed essudato purulento dalle pareti del canale auricolare, permettono un migliore contatto del farmaco con l’epitelio. Nel caso in cui un cane non sia collaborativo e risulti quindi complicata la gestione con lavaggi e terapie topiche, si possono eseguire lavaggi in anestesia ed utilizzare prodotti topici della durata di un mese; in alternativa, farmaci per via sistemica. In conclusione, numerose sono le cause dell’otite; queste vanno identificate e trattate il prima possibile per evitare la cronicizzazione della malattia e il rischio che la sola terapia medica possa non essere efficace. Il Medico Veterinario è l’unica figura professionale in termini di competenze scientifiche e cliniche che possa indirizzare i proprietari verso la gestione di tutti i fattori che contribuiscono all’insorgenza dell’otite.La foto di copertina è stata gentilmente concessa dall'Autrice “DVM,  Dipl. European College of Veterinary Dermatology (ECVD); Esperto MyLav in Dermatologia e AllergologiaDr.ssa Roberta SartoriAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

L’esame Holter nel cane e nel gatto

L’esame Holter nel cane e nel gatto

L’elettrocardiogramma è la registrazione della frequenza e del ritmo cardiaco durante la visita clinica e può avere una durata variabile da alcuni secondi ad un massimo di alcuni minuti.L’esame Holter invece è un metodo non invasivo di valutazione del ritmo e della frequenza cardiaca a domicilio durante un intervallo di tempo molto maggiore, solitamente 24-48 ore. Questa metodica prende il nome dal suo inventore, il fisico statunitense Norman J. nel 1950, e successivamente impiegata in ambito veterinario a partire dagli anni ‘90.  Viene proposto un esame Holter quando un paziente (cane o gatto) presenta: Sincopi (eventi transitori di perdita della coscienza)  Intolleranza all’esercizio fisico, dopo che il Medico Veterinario ha escluso altre cause ed è stato eseguito un esame ecocardiografico, con il sospetto della presenza di aritmie intermittenti Riscontro di un’aritmia alla visita clinica  In presenza di patologie cardiache (come la tachicardia ventricolare ereditaria del pastore tedesco, la malattia aritmogena, la cardiomiopatia dilatativa, l'endocardiosi valvolare, la fibrillazione atriale) Per verificare il corretto funzionamento del pacemaker Valutazione dell’efficacia di una terapia antiaritmica  Screening in determinate razze (ad es Boxer e Dobermann)   Come avviene la registrazione Holter?   Per effettuare il monitoraggio Holter occorre applicare su entrambi i lati del torace dell’animale, previa tricotomia (quindi tosatura del pelo fino alla pelle) e pulizia della zona d’interesse con soluzione alcolica che verrà successivamente debitamente asciugata e fatta evaporare, alcuni specifici elettrodi adesivi. Questi, dopo averne assicurato la tenuta, con dello scotch medicale aggiuntivo, sono connessi tramite appositi cavi al registratore, ovvero una piccola unità digitale che viene posizionata sul dorso del paziente e fissata in sede mediante bendaggio o appositi indumenti dedicati. Tutti i cavi verranno ricoperti da passaggi di cotonina ed altra fasciatura, onde evitare che questi penzolino, correndo il rischio che si stacchino o che siano degli agganci per l’animale durante un normale grattamento, invalidando l’esame. Una volta smontato il dispositivo, attraverso un software dedicato si scaricherà tutta la registrazione ed il Medico Veterinario cardiologo si occuperà della lettura e refertazione dell’esame. Il proprietario dovrà tenere un diario delle principali attività del suo animale per tutto il tempo della registrazione. Ciò sarà fondamentale per l’interpretazione del tracciato. Il vantaggio di questo esame è permettere una registrazione di lunga durata oltre ad essere una metodica assolutamente non invasiva, solitamente estremamente ben tollerata e facile da effettuare. Gli animali normalmente tollerano bene l’applicazione degli elettrodi e del registratore perché, come anticipato, ad oggi esistono numerosi abbigliamenti per animali studiati adeguatamente per questa indagine diagnostica con una tasca atta a contenere il registratore. Ovviamente il proprietario dovrà avere alcune accortezze durante la registrazione, quali ad es evitare di far bagnare il dispositivo (ad esempio portando l’animale in passeggiata sotto la pioggia), evitare di condurre l’animale in luoghi frequentati da altri animali, verificare che il cane non tenda a strapparsi tutto e/o a rotolarsi ripetutamente sulla schiena, eccetera, ma nella maggior parte dei casi non vi è la necessità di alcuna azione eccezionale oltre il buon senso. In copertina - Pettorina copri e porta Holter in un cane. In copertina - Le foto sono gentilmente concesse dagli Autori.“Med. Vet., Med Vet, GPCert in Cardiologia - (Cardiologia)”Dr.ssa Marta ClarettiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

L’aumento di volume dell’addome nel cane e nel gatto: quali sono le cause?

L’aumento di volume dell’addome nel cane e nel gatto: quali sono le cause?

L’aumento di volume dell’addome è un evento che nel cane e nel gatto può riconoscere numerose e diverse cause.In questo articolo andremo a descrivere le principali motivazioni e come riconoscere alcuni sintomi che, associati ad un ingrandimento dell’addome, possono rappresentare un’urgenza medica. L’addome contiene al suo interno diversi organi vitali: lo stomaco, l’intestino, il fegato, la milza, la vescica, i reni, il pancreas, la prostata e l’utero. Alcune malattie a carico di questi organi possono, in certi casi, determinare un aumento di volume dell’addome. Bisogna innanzitutto ricordare che le diverse razze (soprattutto nei cani) possono avere un addome con diverso aspetto: in alcune razze è stretto e alto, in altre appare normalmente più ampio e profondo (FOTO 1).Per poter riconoscere un’eventuale dilatazione addominale è importante ricordare queste importanti differenze di razza. FOTO 1 - Un cane di razza Galgo español (levriero, a destra) e un cane Bovaro del bernese (molossoide, a sinistra).Si può notare come l’ampiezza e la profondità dell’addome sia differente tra le due razze di cani.QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE DI AUMENTO DI VOLUME DELL’ADDOME? GRAVIDANZA Nel caso più ovvio di un cane o gatto femmina, non sterilizzata, in cui si instaura una gravidanza, si può notare un progressivo aumento di volume dell’addome con il passare delle settimane (FOTO 2).A meno che non sia stato possibile osservare l’avvenuto accoppiamento, cani e gatti con stile di vita prettamente outdoor possono sviluppare una gravidanza inaspettata.FOTO 2 - immagine radiografica dell’addome di una cagna in corso di gravidanza.Le frecce indicano la presenza di alcuni feti, evidenti dai profili delle ossa della colonna vertebrale e della testa.ECCESSO DI ALIMENTI, FECI O PARASSITI NEL TRATTO GASTROENTERICO Un’eccessiva alimentazione, soprattutto in cuccioli o in cani/gatti sottopeso, può causare un transitorio aumento di volume dell’addome che si risolve al termine della digestione.  Un accumulo eccessivo di feci nell’intestino può, invece, essere una condizione patologica, come causa o come conseguenza di alcune patologie gastroenteriche (costipazione, megacolon (Leggi), paralisi intestinale). Un’infestazione da parte di parassiti intestinali (solitamente vermi tondi, gli ascaridi), che si sviluppa tipicamente in cuccioli non adeguatamente trattati con farmaci antiparassitari, può determinare la presenza di un addome più dilatato, evidente anche durante il digiuno (FOTO 4).FOTO 4 - addome dilatato in un cucciolo di gatto affetto da un’infestazione di ascaridi (vermi) intestinali. NEOFORMAZIONI IN ADDOME Lo sviluppo di alcuni tumori o neoformazioni negli organi addominali può portare ad un aumento del suo volume. I tumori possono essere di diverso tipo, con diverso comportamento (benigno o maligno) in base all’organo in cui esso si sviluppa e in base alla propria natura. Altri tipi di neoformazioni che si possono sviluppare in addome sono le cisti, delle strutture composte da una capsula che contiene al suo interno un materiale fluido (vedi paragrafo successivo per la natura dei fluidi). Quando queste cisti contengono del pus (fluido composto da globuli bianchi degenerati e batteri) si tratta di una reazione dovuta ad un’infezione, solitamente causata da batteri, e la neoformazione prendono il nome di ascesso. In caso un’infezione cronica (che dura da diverse settimane o mesi) o causata da parassiti, funghi e oggetti solidi che sono penetrati in addome (es. spighe vegetali) si può avere la formazione di granulomi, strutture formate da cellule infiammatorie e tessuto cicatriziale. FLUIDI IN ADDOME In alcuni casi l’addome può aumentare di volume se al suo interno si accumulano dei fluidi patologici. La natura di questi fluidi e le cause del loro accumulo possono essere varie.1) L’accumulo di sangue in addome (emoaddome) è un evento possibile in pazienti che hanno subito un trauma (un investimento, una caduta da altezza elevata) che ha causato la rottura di organi (es. milza o fegato) o di vasi sanguigni.Alcuni tumori, come l’emangiosarcoma (che origina spesso nella milza, un organo addominale estremamente ricco di sangue) possono andare incontro a rottura, anche spontanea senza che vi siano stati traumi, e causare sanguinamenti in addome.Anche l’ingestione accidentale di rodenticidi (sostanze tossiche comunemente utilizzate come esche per topi infestanti) impedisce al sangue di coagulare correttamente, determinando sanguinamenti in addome o in altre parti del corpo. Infine, pazienti che hanno subito una chirurgia addominale possono sviluppare un accumulo di sangue in addome di lieve entità e solitamente non rischioso, che si risolve spontaneamente nei giorni successivi alla chirurgia con le adeguate cure post-operatorie. - Un liquido di natura urinosa (caratterizzato dalla presenza di urina) può riversarsi in addome in seguito alla rottura delle vie urinarie (ureteri, vescica o uretra).- Un liquido di natura biliare (caratterizzato dalla presenza di bile, una sostanza prodotta dal fegato, necessaria per la digestione degli alimenti) può invece essere presente in caso di rottura della cistifellea (l’organo in cui la bile viene immagazzinata). Questi due eventi (rottura delle vie urinarie e delle vie biliari) possono altresì avvenire in seguito ad un trauma o in seguito ad un’ostruzione delle vie specifiche (presenza di calcoli urinari o biliari, tumori che ostruiscono le vie specifiche). - Alcune gravi malattie del fegato (insufficienza epatica, ipertensione epatica) o del cuore (insufficienza cardiaca) possono determinare la formazione di liquidi addominali chiamati trasudati, dei fluidi acquosi con variabili concentrazioni proteiche che originano dal circolo sanguigno.Anche altre malattie croniche es: malattia renale cronica (leggi l'articolo) o enteropatia proteino-disperdente (leggi l'articolo) possono, nei casi più gravi, portare allo sviluppo di questo tipo di fluido in addome. - Quando alcuni organi addominali sviluppano una patologia infiammatoria es. pancreatite (leggi l'articolo), una patologia infettiva es. peritonite infettiva felina (FOTO 3) si può avere la formazione di liquidi chiamati essudati, dei fluidi acquosi ricchi di cellule infiammatorie (globuli bianchi).Anche alcuni tipi di tumore (es. linfoma (leggi l'articolo)) possono determinare la formazione di un essudato ricco di cellule tumorali (es. linfociti, nel caso di un linfoma). - Nelle cagne e nelle gatte non sterilizzate si può sviluppare un’infezione dell’utero, caratterizzata da un accumulo di pus al suo interno, che prende il nome di piometra. FOTO 3 - Dilatazione addominale in un gatto (foto a sinistra) causata dalla presenza di materiale fluido in addome (foto a destra).L’addome del gatto appare ampio e con un aspetto rotondeggiante. Le analisi citologiche e biochimiche effettuate sul fluido hanno dimostrato che si trattava di un essudato, formatosi a causa di una malattia infettiva, la peritonite infettiva felina (FIP), diagnosticata successivamente con un’analisi di laboratorio specifica (RT-qPCR). GAS IN ADDOME O NEL TRATTO GASTROENTERICO La presenza di un’elevata quantità di gas nello stomaco o nell’intestino può essere dovuta ad una torsione degli stessi organi o ad una paralisi intestinale, che non permette al cibo e al gas al loro interno di essere espulso correttamente. La presenza di gas in addome può anche derivare da una perforazione del tratto gastroenterico (solitamente ciò è dovuto ad un oggetto ingerito che perfora l’intestino) o da una perforazione della parete addominale che causa l’entrata di aria dall’esterno.In casi più rari anche un’infezione batterica a carico di alcuni organi addominali (es. vescica, cistifellea) può portare alla formazione di gas in addome. I pazienti che hanno subito una chirurgia addominale possono avere una moderata quantità di gas in addome: anche in questo caso, come per i piccoli accumuli di sangue precedentemente citati, la condizione non risulta rischiosa e si risolve spontaneamente con le adeguate cure post-operatorie.   TORSIONE E CONGESTIONE DEGLI ORGANI ADDOMINALI Come già detto nel paragrafo precedente, una torsione del tratto gastroenterico può causare accumulo di gas al suo interno.La torsione può avvenire anche a carico altri organi addominali (es. milza, fegato): in questi casi il sangue può accumularsi (congestione) all’interno degli stessi organi, causando un aumento del loro volume, danneggiandone i tessuti e rischiando di causarne la rottura e determinare un sanguinamento in addome. Una patologia caratterizzata da torsione dello stomaco, con accumulo di aria al suo interno, ed eventuale torsione e congestione della milza, prende il nome di torsione/dilatazione gastrica (leggi l'articolo), una patologia che colpisce soprattutto cani di taglia grande. IPERADRENOCORTICISMO (SINDROME DI CUSHING) Una patologia presente prevalentemente nel cane, caratterizzata da un’eccessiva produzione o assunzione di steroidi (ipercortisolismo o sindrome di Cushing) (leggi l'articolo) può determinare una distensione dei muscoli dell’addome e ad un aumento di volume del fegato: entrambi questi fenomeni possono causare un aumento di volume dell’addome (FOTO 5).Questa malattia deve essere presa in considerazione ed eventualmente indagata dal vostro Medico Veterinario in presenza di alcuni segni clinici specifici (es. aumento del bere e dell’urinare, perdita del pelo) e di specifiche alterazioni agli esami del sangue. foto 5FOTO 5 e In Copertina - Cane di 11 anni affetto da sindrome di Cushing.Si noti l’addome aumentato di volume. COME FACCIO A CAPIRE SE LA DILAZIONE ADDOMINALE È UN’URGENZA PER IL MIO CANE E IL MIO GATTO? In alcuni casi la dilatazione addominale può svilupparsi velocemente e peggiorare nel giro di poche ore.In questi casi è importante notare se il cane o gatto possa aver subito un trauma o se presenti altri sintomi potenzialmente preoccupanti quali depressione del sensorio e debolezza generale, incapacità a camminare, dolore, perdita di appetito, vomito, presenza di conati o eccessiva salivazione.In questi casi è necessario contattare immediatamente il Medico Veterinario.   COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI? Per effettuare una diagnosi corretta della patologia sottostante il Medico Veterinario, a seconda della presentazione del paziente e della successiva visita clinica, potrà richiedere alcuni esami di laboratorio (emogramma, esame biochimico ed esame delle urine) che permettano di valutare la presenza di un’infezione, una perdita di sangue e la funzionalità dei principali organi addominali.Possono risultare fondamentali degli esami strumentali (ecografia addominale, radiografia addominale e toracica) per valutare la presenza di neoformazioni, fluidi patologici o gas in addome. Successivamente potrebbero essere necessarie ulteriori analisi specifiche, quali il prelievo dei fluidi patologici (solitamente effettuato con un ago sottile), su cui effettuare un esame citologico o biochimico per poterne determinare la natura.Il prelievo viene effettuato inserendo un ago nell’addome, una procedura normalmente non rischiosa e non dolorosa, che viene effettuata con il cane e il gatto svegli.Infine, la valutazione della funzionalità del cuore, tramite un’ecografia cardiaca o un elettrocardiogramma, e di specifici esami ormonali potranno essere richiesti sulla base dei sospetti diagnostici del Medico Veterinario.   QUAL È IL TRATTAMENTO PIÙ ADATTO? Per risolvere la causa dell’aumento di volume dell’addome nel cane e nel gatto è necessario intervenire sulla specifica causa scatenante. Nei casi più gravi, in cui la malattia sottostante mette a rischio la vita del cane e del gatto, può essere necessario intervenire in urgenza, attraverso cure intensive in pronto soccorso o richiedendo un intervento chirurgico urgente, come nei casi di una torsione/dilatazione gastrica o di una perforazione intestinale.In collaborazione con il Dr. Francesco Lunetta “DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”Prof. Federico FracassiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

Insufficienza pancreatica esocrina nel cane

Insufficienza pancreatica esocrina nel cane

L’aumento di volume dell’addome è un evento che nel cane e nel gatto può riconoscere numerose e diverse cause.In questo articolo andremo a descrivere le principali motivazioni e come riconoscere alcuni sintomi che, associati ad un ingrandimento dell’addome, possono rappresentare un’urgenza medica. L’addome contiene al suo interno diversi organi vitali: lo stomaco, l’intestino, il fegato, la milza, la vescica, i reni, il pancreas, la prostata e l’utero. Alcune malattie a carico di questi organi possono, in certi casi, determinare un aumento di volume dell’addome. Bisogna innanzitutto ricordare che le diverse razze (soprattutto nei cani) possono avere un addome con diverso aspetto: in alcune razze è stretto e alto, in altre appare normalmente più ampio e profondo (FOTO 1).Per poter riconoscere un’eventuale dilatazione addominale è importante ricordare queste importanti differenze di razza. FOTO 1 - Un cane di razza Galgo español (levriero, a destra) e un cane Bovaro del bernese (molossoide, a sinistra).Si può notare come l’ampiezza e la profondità dell’addome sia differente tra le due razze di cani.QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE DI AUMENTO DI VOLUME DELL’ADDOME? GRAVIDANZA Nel caso più ovvio di un cane o gatto femmina, non sterilizzata, in cui si instaura una gravidanza, si può notare un progressivo aumento di volume dell’addome con il passare delle settimane (FOTO 2).A meno che non sia stato possibile osservare l’avvenuto accoppiamento, cani e gatti con stile di vita prettamente outdoor possono sviluppare una gravidanza inaspettata.FOTO 2 - immagine radiografica dell’addome di una cagna in corso di gravidanza.Le frecce indicano la presenza di alcuni feti, evidenti dai profili delle ossa della colonna vertebrale e della testa.ECCESSO DI ALIMENTI, FECI O PARASSITI NEL TRATTO GASTROENTERICO Un’eccessiva alimentazione, soprattutto in cuccioli o in cani/gatti sottopeso, può causare un transitorio aumento di volume dell’addome che si risolve al termine della digestione.  Un accumulo eccessivo di feci nell’intestino può, invece, essere una condizione patologica, come causa o come conseguenza di alcune patologie gastroenteriche (costipazione, megacolon (Leggi), paralisi intestinale). Un’infestazione da parte di parassiti intestinali (solitamente vermi tondi, gli ascaridi), che si sviluppa tipicamente in cuccioli non adeguatamente trattati con farmaci antiparassitari, può determinare la presenza di un addome più dilatato, evidente anche durante il digiuno (FOTO 4).FOTO 4 - addome dilatato in un cucciolo di gatto affetto da un’infestazione di ascaridi (vermi) intestinali. NEOFORMAZIONI IN ADDOME Lo sviluppo di alcuni tumori o neoformazioni negli organi addominali può portare ad un aumento del suo volume. I tumori possono essere di diverso tipo, con diverso comportamento (benigno o maligno) in base all’organo in cui esso si sviluppa e in base alla propria natura. Altri tipi di neoformazioni che si possono sviluppare in addome sono le cisti, delle strutture composte da una capsula che contiene al suo interno un materiale fluido (vedi paragrafo successivo per la natura dei fluidi). Quando queste cisti contengono del pus (fluido composto da globuli bianchi degenerati e batteri) si tratta di una reazione dovuta ad un’infezione, solitamente causata da batteri, e la neoformazione prendono il nome di ascesso. In caso un’infezione cronica (che dura da diverse settimane o mesi) o causata da parassiti, funghi e oggetti solidi che sono penetrati in addome (es. spighe vegetali) si può avere la formazione di granulomi, strutture formate da cellule infiammatorie e tessuto cicatriziale. FLUIDI IN ADDOME In alcuni casi l’addome può aumentare di volume se al suo interno si accumulano dei fluidi patologici. La natura di questi fluidi e le cause del loro accumulo possono essere varie.1) L’accumulo di sangue in addome (emoaddome) è un evento possibile in pazienti che hanno subito un trauma (un investimento, una caduta da altezza elevata) che ha causato la rottura di organi (es. milza o fegato) o di vasi sanguigni.Alcuni tumori, come l’emangiosarcoma (che origina spesso nella milza, un organo addominale estremamente ricco di sangue) possono andare incontro a rottura, anche spontanea senza che vi siano stati traumi, e causare sanguinamenti in addome.Anche l’ingestione accidentale di rodenticidi (sostanze tossiche comunemente utilizzate come esche per topi infestanti) impedisce al sangue di coagulare correttamente, determinando sanguinamenti in addome o in altre parti del corpo. Infine, pazienti che hanno subito una chirurgia addominale possono sviluppare un accumulo di sangue in addome di lieve entità e solitamente non rischioso, che si risolve spontaneamente nei giorni successivi alla chirurgia con le adeguate cure post-operatorie. - Un liquido di natura urinosa (caratterizzato dalla presenza di urina) può riversarsi in addome in seguito alla rottura delle vie urinarie (ureteri, vescica o uretra).- Un liquido di natura biliare (caratterizzato dalla presenza di bile, una sostanza prodotta dal fegato, necessaria per la digestione degli alimenti) può invece essere presente in caso di rottura della cistifellea (l’organo in cui la bile viene immagazzinata). Questi due eventi (rottura delle vie urinarie e delle vie biliari) possono altresì avvenire in seguito ad un trauma o in seguito ad un’ostruzione delle vie specifiche (presenza di calcoli urinari o biliari, tumori che ostruiscono le vie specifiche). - Alcune gravi malattie del fegato (insufficienza epatica, ipertensione epatica) o del cuore (insufficienza cardiaca) possono determinare la formazione di liquidi addominali chiamati trasudati, dei fluidi acquosi con variabili concentrazioni proteiche che originano dal circolo sanguigno.Anche altre malattie croniche es: malattia renale cronica (leggi l'articolo) o enteropatia proteino-disperdente (leggi l'articolo) possono, nei casi più gravi, portare allo sviluppo di questo tipo di fluido in addome. - Quando alcuni organi addominali sviluppano una patologia infiammatoria es. pancreatite (leggi l'articolo), una patologia infettiva es. peritonite infettiva felina (FOTO 3) si può avere la formazione di liquidi chiamati essudati, dei fluidi acquosi ricchi di cellule infiammatorie (globuli bianchi).Anche alcuni tipi di tumore (es. linfoma (leggi l'articolo)) possono determinare la formazione di un essudato ricco di cellule tumorali (es. linfociti, nel caso di un linfoma). - Nelle cagne e nelle gatte non sterilizzate si può sviluppare un’infezione dell’utero, caratterizzata da un accumulo di pus al suo interno, che prende il nome di piometra. FOTO 3 - Dilatazione addominale in un gatto (foto a sinistra) causata dalla presenza di materiale fluido in addome (foto a destra).L’addome del gatto appare ampio e con un aspetto rotondeggiante. Le analisi citologiche e biochimiche effettuate sul fluido hanno dimostrato che si trattava di un essudato, formatosi a causa di una malattia infettiva, la peritonite infettiva felina (FIP), diagnosticata successivamente con un’analisi di laboratorio specifica (RT-qPCR). GAS IN ADDOME O NEL TRATTO GASTROENTERICO La presenza di un’elevata quantità di gas nello stomaco o nell’intestino può essere dovuta ad una torsione degli stessi organi o ad una paralisi intestinale, che non permette al cibo e al gas al loro interno di essere espulso correttamente. La presenza di gas in addome può anche derivare da una perforazione del tratto gastroenterico (solitamente ciò è dovuto ad un oggetto ingerito che perfora l’intestino) o da una perforazione della parete addominale che causa l’entrata di aria dall’esterno.In casi più rari anche un’infezione batterica a carico di alcuni organi addominali (es. vescica, cistifellea) può portare alla formazione di gas in addome. I pazienti che hanno subito una chirurgia addominale possono avere una moderata quantità di gas in addome: anche in questo caso, come per i piccoli accumuli di sangue precedentemente citati, la condizione non risulta rischiosa e si risolve spontaneamente con le adeguate cure post-operatorie.   TORSIONE E CONGESTIONE DEGLI ORGANI ADDOMINALI Come già detto nel paragrafo precedente, una torsione del tratto gastroenterico può causare accumulo di gas al suo interno.La torsione può avvenire anche a carico altri organi addominali (es. milza, fegato): in questi casi il sangue può accumularsi (congestione) all’interno degli stessi organi, causando un aumento del loro volume, danneggiandone i tessuti e rischiando di causarne la rottura e determinare un sanguinamento in addome. Una patologia caratterizzata da torsione dello stomaco, con accumulo di aria al suo interno, ed eventuale torsione e congestione della milza, prende il nome di torsione/dilatazione gastrica (leggi l'articolo), una patologia che colpisce soprattutto cani di taglia grande. IPERADRENOCORTICISMO (SINDROME DI CUSHING) Una patologia presente prevalentemente nel cane, caratterizzata da un’eccessiva produzione o assunzione di steroidi (ipercortisolismo o sindrome di Cushing) (leggi l'articolo) può determinare una distensione dei muscoli dell’addome e ad un aumento di volume del fegato: entrambi questi fenomeni possono causare un aumento di volume dell’addome (FOTO 5).Questa malattia deve essere presa in considerazione ed eventualmente indagata dal vostro Medico Veterinario in presenza di alcuni segni clinici specifici (es. aumento del bere e dell’urinare, perdita del pelo) e di specifiche alterazioni agli esami del sangue. foto 5FOTO 5 e In Copertina - Cane di 11 anni affetto da sindrome di Cushing.Si noti l’addome aumentato di volume. COME FACCIO A CAPIRE SE LA DILAZIONE ADDOMINALE È UN’URGENZA PER IL MIO CANE E IL MIO GATTO? In alcuni casi la dilatazione addominale può svilupparsi velocemente e peggiorare nel giro di poche ore.In questi casi è importante notare se il cane o gatto possa aver subito un trauma o se presenti altri sintomi potenzialmente preoccupanti quali depressione del sensorio e debolezza generale, incapacità a camminare, dolore, perdita di appetito, vomito, presenza di conati o eccessiva salivazione.In questi casi è necessario contattare immediatamente il Medico Veterinario.   COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI? Per effettuare una diagnosi corretta della patologia sottostante il Medico Veterinario, a seconda della presentazione del paziente e della successiva visita clinica, potrà richiedere alcuni esami di laboratorio (emogramma, esame biochimico ed esame delle urine) che permettano di valutare la presenza di un’infezione, una perdita di sangue e la funzionalità dei principali organi addominali.Possono risultare fondamentali degli esami strumentali (ecografia addominale, radiografia addominale e toracica) per valutare la presenza di neoformazioni, fluidi patologici o gas in addome. Successivamente potrebbero essere necessarie ulteriori analisi specifiche, quali il prelievo dei fluidi patologici (solitamente effettuato con un ago sottile), su cui effettuare un esame citologico o biochimico per poterne determinare la natura.Il prelievo viene effettuato inserendo un ago nell’addome, una procedura normalmente non rischiosa e non dolorosa, che viene effettuata con il cane e il gatto svegli.Infine, la valutazione della funzionalità del cuore, tramite un’ecografia cardiaca o un elettrocardiogramma, e di specifici esami ormonali potranno essere richiesti sulla base dei sospetti diagnostici del Medico Veterinario.   QUAL È IL TRATTAMENTO PIÙ ADATTO? Per risolvere la causa dell’aumento di volume dell’addome nel cane e nel gatto è necessario intervenire sulla specifica causa scatenante. Nei casi più gravi, in cui la malattia sottostante mette a rischio la vita del cane e del gatto, può essere necessario intervenire in urgenza, attraverso cure intensive in pronto soccorso o richiedendo un intervento chirurgico urgente, come nei casi di una torsione/dilatazione gastrica o di una perforazione intestinale.In collaborazione con il Dr. Francesco Lunetta “DVM, Diplomato ECVIM-CA, EBVS® - European Veterinary Specialist in Small Animal Internal Medicine - Animali da compagnia, Endocrinologia non riproduttiva, medicina interna e terapia (Malattie Metaboliche).”Prof. Federico FracassiAutore #sppb-addon-1719818877863 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877863 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877863 img{}#sppb-addon-1719818877864 { box-shadow: 0 0 0 0 #ffffff; margin:0px 0px 30px 0px;} @media (min-width: 768px) and (max-width: 991px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 20px;margin-left: 0px;}}@media (max-width: 767px) {#sppb-addon-1719818877864 {margin-top: 0px;margin-right: 0px;margin-bottom: 10px;margin-left: 0px;}}#sppb-addon-1719818877864 img{}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}.sp-page-builder .page-content #section-id-1719818877856{padding-top:30px;padding-right:0px;padding-bottom:30px;padding-left:0px;margin-top:0px;margin-right:0px;margin-bottom:0px;margin-left:0px;}#column-id-1719818877862{box-shadow:0 0 0 0 #fff;}

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